Per la Direzione Distrettuale Antimafia ed i Carabinieri, si è fatta luce su un gruppo criminale che aveva fatto il salto di qualità, affrancandosi dai clan napoletani rifornendosi di droga direttamente nei Paesi produttori ed utilizzando il porto di Salerno ed altri scali del Mediterraneo quali snodi strategici per smistare le partite di stupefacenti. Sono venticinque le persone arrestate, 23 in carcere, 2 ai domiciliari.
Le misure ed i sequestri di beni di lusso e denaro contante sono avvenuti a Salerno, Napoli, Avellino, Caserta, Brescia, Taranto, Parma e Firenze, dove i Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno hanno eseguito il provvedimento emesso dal GIP, su richiesta della DDA. Le accuse vanno dall'associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l'aggravante della transnazionalità, alla detenzione e spaccio all'intestazione fittizia di beni, fino al riciclaggio e all'auto riciclaggio. Clamoroso è il sequestro della nota pizzeria A Puntella, a Salerno e di una lavanderia, che servivano a ripulire i soldi sporchi.
Poi ci sono decine di orologi costosissimi e circa 160mila euro in contanti. Ma questa holding della droga, con tanto di sottogruppi, società intestate in modo fittizio capaci di intercettare anche finanziamenti pubblici, ruotava attorno a Fiorenzo Parotti, già leva dei clan salernitani, ed oggi mente di una fitta rete di relazioni personali che lo hanno spinto a contrattare direttamente con i cartelli del narcotraffico panamense o brasiliani, oppure in Albania e in Olanda seguendo la rotta dei Balcani fino al Nord Europa.
Insomma, a Salerno non solo si spacciava ma ormai si era in grado di far da soli e di affrancarsi dal rapporto di sudditanza con i clan partenopei per rifornirsi di droga. Il gruppo di Parotti s'era organizzato anche per frodi nei contributi pubblici, ottenendo finanziamenti di Invitalia con società a intestazioni fittizie nell'ambito Progetto Resto al Sud. Il Procuratore Giuseppe Borrelli precisa che le indagini sono di stampo tradizionale e non si basano sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia: i Carabinieri sono riusciti a decodificare le discussioni su utenze criptate seguendo movimenti ed affari fin oltreoceano.
Ed ancora una volta era il Porto di Salerno ad essere crocevia di container di cocaina, camuffata da esportazione di caffè, direttamente da Panama; oppure c'era la Spagna quando qualcosa andava storto, come nel caso dell'arresto di German Aguilar detto El Fakir, interlocutore di Parotti e membro del Frente 57, organizzazione paramilitare che ne ha portato alla cattura in Messico.