La seconda ondata è alta e lunga, con quei numeri che – oltre che mettere pericolosamente sotto pressione il sistema sanitario – cominciano a pesare non poco anche sull'animo degli italiani. I giorni passano quasi tutti uguali, si vive sospesi in attesa delle 17,30, che una volta era l'ora della merenda e oggi è l'ora degli aggiornamenti: i dati della Campania e quelli nazionali uno via l'altro. Ieri, due macigni: nuovo record di contagi nella nostra regione – dove il "giallo" governativo resta un giallo -: 4.508 test positivi su 23.897 tamponi processati. Poi, quello nazionale, cifre che cominciano a far paura, con i decessi che aumentano giorno dopo giorno. Tornando alla Campania, sale a 796 il numero dei deceduti dall'inizio della pandemia ad oggi, mentre 15.017 è il totale dei guariti, con un'altra notizia positiva che consiste nei nuovi posti letto di terapia intensiva attivati: occupati 180 dei 590 disponibili, mentre dei 3160 posti di degenza, ne risultano occupati 1677. Il Governatore De Luca ha rinnovato l'appello a tutti i cittadini, ribadendo come un mantra il concetto che ancora non è entrato nelle teste e nelle coscienze di tutti: è una battaglia comune, si lotta con quel che si ha a disposizione: buon senso, responsabilità e massima attenzione. Niente rilassamenti, non è proprio il caso né il momento, anche se per il sindaco di Napoli, de Magistris, la passeggiata sul lungomare nei week-end resta consentita. Evidentemente, lui è in possesso di dati diversi.
Insomma, qualcuno trova anche tempo e modo, beato lui, di rilassarsi e andare in TV a menar sciabolate di stampo politico, in un momento in cui – ad ogni livello istituzionale – la parola "politica" dovrebbe rappresentare unicamente quella scienza e tecnica, come teoria e prassi, che ha per oggetto la costituzione, l'organizzazione, l'amministrazione dello stato e la direzione della vita pubblica. Non abbiamo bisogno di pollai, di litigi condominiali e risse verbali da osteria. Abbiamo bisogno di chi ci indichi una strada da percorrere per uscire dal tunnel, sanitario ed economico. Se è cambiato il tricolore, da rosso, bianco e verde a rosso, arancione e giallo, almeno non si tocchi la sacralità di quella che, per politici e amministratori locali, era e resta una missione.