Il Covid acuisce una crisi già in atto, in difficoltà anche coloro che percepiscono un reddito

“Persone oltre le povertà”, il Dossier della Caritas deve far riflettere

Il 70 per cento delle persone che si sono rivolte ai centri d'ascolto è rappresentato da cittadini italiani
Michele Masturzo

E' stato pubblicato il Dossier realizzato come ogni anno dalla Caritas, intitolato "Persone oltre le povertà" che, oltre a fotografare i dati del 2019, include anche un'appendice dedicata alla pandemia in corso dalla quale emerge che il Covid non ha fatto altro che amplificare una crisi già in atto. La povertà coinvolge sempre più persone e famiglie del territorio diocesano di Salerno-Campagna-Acerno che, assieme al capoluogo, include 38 comuni della provincia, oltre a Montoro e Solofra (nell'avellinese), connotandosi principalmente come autoctona. Complessivamente le persone di origine straniera che si rivolgono alla Caritas costituiscono il 30% del totale degli utenti registrati nel 2019, meno di un terzo del totale. Il dato non indica che la condizione dei migranti è migliorata nel tempo (perché era e resta difficile) bensì che si registra un incremento nell'impoverimento degli italiani.

Come dicevamo, i dati presenti nel rapporto sulla povertà sono riferiti al 2019. Gli utenti presi in considerazione, che come ha precisato il direttore don Marco Russo rappresentano solo un campione e non il totale, sono 3052 e si sono rivolti a 25 dei 31 centri d'ascolto presenti sul territorio. In sintesi: sono sempre più italiani ad avere bisogno di aiuto (70% del totale degli utenti); si rivolgono alla Caritas più donne che uomini (54% contro 46%); l'età a rischio è quella lavorativa che va dai 40 ai 60 anni; la mancanza o insufficienza del reddito è la prima causa di povertà; le famiglie con due figli minori in età scolare sono le più colpite dal bisogno; ulteriore aggravante è la mancanza di una casa di proprietà (il 65% degli utenti italiani vive in affitto).

Per quanto riguarda la nazionalità, la maggior parte degli stranieri che si rivolge ai Centri di Ascolto (il 30% del totale) è di origine europea (46%), tra cui principalmente ucraini e rumeni, e africana (45%) con una decisa preponderanza di marocchini, seguono le persone provenienti da Asia e Sudamerica.

Dal rapporto emergono ulteriori elementi utili a comprendere il fenomeno sociale. Una delle tabelle riporta per esempio il rapporto tra il livello d'istruzione e la povertà: tra gli uomini italiani che richiedono sostegno alla Caritas, il 73% degli utenti non supera l'istruzione media. La percentuale aumenta di un punto (al 74%) per le donne. Insomma c'è un rapporto evidente tra la povertà e l'istruzione. Solo il 2% sia degli uomini che delle donne laureate finisce nelle strette maglie del bisogno. Altra tabella interessante è quella che descrive la condizione lavorativa degli utenti: è vero che la disoccupazione è un fattore determinante, ma sorprende che a chiede aiuto siano anche persone con un reddito. Tra gli italiani il 53% non ne è privo: l'11% è regolarmente occupato, il 26% ha un lavoro precario; il 16% è pensionato. Tra gli stranieri la percentuale sale al 58%: il 16% è occupato, il 41% ha un'occupazione precaria, l'1% è pensionato.

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