Cala la produzione di olio evo, ma il prodotto è di altissima qualità

Salerno e il suo “oro liquido”

Coldiretti Campania conferma: nel salernitano, il 50% di prodotto
Ivano Montano

Si direbbe: nella botte piccola, c'è il vino buono. Anzi, l'olio. Secondo i dati Ismea-Unaprol raccolti da Coldiretti Campania, sul nostro territorio regionale si prevede, per l'anno che volge al termine, una produzione di circa 14mila tonnellate di olio extravergine d'oliva, dato che accende la spia del sensibile calo del 12% rispetto alla più generosa stagione 2019, ma che mette in luce anche il lato positivo, relativo alla altissima qualità del prodotto. Meno olio, ma migliore, dunque, con il salernitano che si conferma quale territorio principe con oltre il 50% della produzione regionale per circa 8.000 tonnellate di extra vergine, grazie a cultivar d'assoluta eccellenza. Un territorio provinciale in cui da sempre la filiera olivicola rappresenta uno dei segmenti più importanti, non solo per gli operatori occupati e per l'indotto economico che movimenta, ma anche per la vastità delle superfici interessate e per l'indissolubile legame che ha con la storia, la tradizione e la cultura regionale.

A seguire, c'è il Sannio, che sfiora il 20% della produzione regionale con quasi 2700 tonnellate. C'è poi il Casertano, dove si registra circa il 12% di produzione regionale per quasi 1.700 tonnellate di olio. Ad un'incollatura c'è l'Irpinia con quasi 1.600 tonnellate prodotte. Chiude il Napoletano – prevalentemente la penisola Sorrentina – con il 3% della produzione regionale e oltre 400 tonnellate di olio. A conti fatti, il valore complessivo della produzione campana 2020 supera i 100 milioni di euro.

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