Operavano presso la Casa di Cura Tortorella

Noto chirurgo salernitano ai domiciliari. Un altro interdetto dalla professione

I medici sono Carmine Napolitano e Marco Clemente. Indagini dei Carabinieri
Girolamo Budetti

Le accuse, pesantissime, parlano di plurimi omicidi colposi, di negligenza nella gestione pre e post operatoria di numerosi pazienti, di imperizia nell'esecuzione di interventi chirurgici spesso demolitivi e non necessari, perché fatti su malati oncologici in stadio avanzato. È quanto emerge dal quadro d'indagine delineato dalla Procura di Salerno, su coordinamento del procuratore della Repubblica, Giuseppe Borrelli e dalla Compagnia Carabinieri guidata dal maggiore Adriano Castellari.

Le misure cautelari

Due le misure cautelari disposte dal gip del Tribunale: un'ordinanza di custodia per gli arresti domiciliari a carico di Carmine Napolitano- primario di chirurgia generale ed oncologica della Casa di Cura Tortorella- ed un'interdizione che sospende dalla professione medica presso strutture pubbliche e private il chirurgo Marco Clemente, collaboratore di Napolitano. I fatti risalgono al periodo compreso tra il mese di novembre del 2017 ed il mese di marzo del 2018, ma decine di altri casi di morti sospette seguite ad interventi chirurgici sono ancora al centro dell'inchiesta che potrebbe avere ulteriori sviluppi, se fossero confermate le prime ipotesi su errori di esecuzione ed omissioni nei controlli e nelle indagini diagnostiche a fronte di evidenti complicanze insorte dopo le operazioni in clinica.

Il quadro d'indagine

Gli inquirenti hanno appurato un anomalo incremento dei decessi dopo l'assunzione dei due medici presso la struttura convenzionata, verificando la documentazione clinica ed ascoltando molti colleghi dei due chirurghi, i quali hanno confermato le criticità e lo spregiudicato modo di procedere di Napolitano e Clemente. L'idea che si fa strada è che i chirurghi possano aver agito per motivi legati al profitto, facendo lievitare i ricoveri e suggerendo soluzioni chirurgiche anche quando non sarebbe stato necessario o quando – per lo stadio avanzato delle malattie – sarebbero stati inutili e pericolosi per la vita dei pazienti. Ipotesi che sembra suffragata dagli esami istopatologici e dai reperti prelevati sulle salme di almeno cinque dei pazienti deceduti, fatte riesumare dopo le denunce presentate dai familiari.

Le cartelle cliniche

I consulenti nominati dal pm della Procura hanno esaminato 83 cartelle cliniche, svelando come la scelta della struttura sanitaria di puntare sui due chirurghi non fosse coincisa con il miglioramento delle prestazioni, anzi. Sarebbero emerse carenze nelle anamnesi e nelle diagnosi, arrivando a suggerire operazioni per tumori talvolta inesistenti o trattabili con terapie meno invasive e demolitive. Per non parlare delle violazioni dei protocolli di sala operatoria e delle scelte imprudenti fatte in caso di complicazioni insorte. Per i pazienti sopravvissuti si potrebbe parlare di lesioni colpose, ma la Procura sottolinea che non sono arrivate querele e dunque il reato è improcedibile. Diversamente, per l'ipotesi dell'omicidio plurimo colposo gli arresti domiciliari per Napolitano e l'interdizione per Clemente si giustificano con la possibilità di poter reiterare i reati, mettendo a rischio le vite di altri pazienti.

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