Ciò che colpisce, al di là del peso criminale e del prestigio personale che stava assumendo la figura di Ciro Persico, è il carico di soldi che si riusciva a fare con lo spaccio di droga nel Salernitano: parliamo di guadagni fino a 4000 euro al giorno, ma gli inquirenti hanno censito casi in cui gli spacciatori riuscivano ad arrivare anche a 1500 euro pro-capite al giorno. Era questo l’elemento decisivo a fare da attrattore attorno ai cinque gruppi sgominati ieri dai Carabinieri, sulla scorta di indagini della Direzione Distrettuale Antimafia. Il punto chiave erano i facili guadagni, raffrontati al rischio reale di invischiarsi in faccende illegali complesse. Senza contare il carisma che Ciro Persico, detto lo “zio”, riusciva ad esercitare su vecchie e nuove leve che attorno alla sua figura si coagulavano trovando un capo, una voce sola, che qualcuno degli accoliti addirittura paragonava a Totò Riina: perché lo spaccio non poteva finire nelle mani di ragazzetti sprovveduti che “combinano guai” ma “uno solo deve comandare”. Ed era questo prestigio, più che l’affermazione economica, a motivare Ciro Persico, nei cui confronti la devozione poteva arrivare a regali imbarazzanti come un fucile a canne mozze, intercettato dalle forze dell’ordine prima che gli fosse consegnato. Da quando era tornato su piazza, Ciro Persico aveva approfittato del vuoto di potere a Salerno e dintorni provocato dalla disarticolazione dei vecchi clan. Sapeva come muoversi, lui che era cresciuto accanto ai D’Agostino e nemmeno la morte violenta del figlio Enzo (detto Coca Cola, ucciso nel 2014) gli aveva fatto cambiare idea. Anzi: proprio nella zona in cui il ragazzo cercava spazio per lo spaccio (i Picentini e Montecorvino), “zio” Ciro aveva pensato di mettere piede chiedendo ed ottenendo da Vito De Feo di poter vendere droga anche tra Bellizzi, Rovella ed Acerno. Dalle indagini emerge pure l’atteggiamento spavaldo di Persico nei confronti di De Feo: il rispetto chiama rispetto e se non c’è si agirà di conseguenza. E d’altronde, il mercato era fiorente perché tanta era la domanda di stupefacenti: dal centro storico di Salerno alla zona orientale fino ai Picentini i clienti erano migliaia. E di ogni classe sociale, senza distinzione.
Gli affari di “zio” Ciro Persico con i fiumi di droga su Salerno e provincia
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