Alla limpidezza delle acque nel corso del lockdown derivante dall’emergenza Coronavirus, fanno da contraltare le immagini di un corso d’acqua tornato immediatamente sporco e maleodorante nonappena è scattata la fase 2 e diverse attività sono ripartite. Così non si può andare avanti. Il fiume Sarno, considerato uno dei più inquinati d’Europa, ovviamente per colpa dell’uomo va salvato! Per salvarlo è pronto un Masterplan predisposto dall’Autorità di Distretto su mandato del ministro Sergio Costa. Il primo passo da compiere è quello di controllare il percorso del fiume e censire scarichi civili e industriali, così da avere un quadro finalmente chiaro della situazione e da poter intervenire riguardo ad eventuali situazioni di illegalità in tema di inquinamento, scarichi abusivi, condotte fuorilegge, sversamenti di reflui. Servirà un controllo capillare con campionamenti su una superficie di circa 680 chilometri quadrati, che comprende ben 42 comuni tra le province di Napoli, Salerno ed Avellino e che dovrà interessare anche altri corsi d’acqua, come torrente Solofrana, torrente Cavaiola che confluiscono nell’Alveo Comune Nocerino, fiume Sarno (circa 25 chilometri). C’è attesa per i campionamenti delle acque eseguiti nei giorni scorsi dai tecnici dell’Autorità del Distretto dell’Appennino Meridionale, con il segretario Vera Corbelli, e trasferiti per le analisi al Dipartimento di Biologia e Chimica dell’Università di Napoli Federico. A breve inizieranno verifiche e controlli congiunti con i carabinieri del Noe, con cui è stato siglato un accordo lo scorso ottobre, e condiviso un programma tecnico operativo. Il Masterplan approntato ha integrato anche le azioni in corso di Regione Campania ed altri enti locali. L’idea è quella di istituire una vera e propria task force, coinvolgendo anche i cittadini come autentiche sentinelle.
Fiume Sarno, con la fase 2 tornano anche gli scarichi abusivi
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