Protocollo da modificare, ministro Spadafora perplesso

Redazione

ll ministro dello Sport, Spadafora, sulle alternative richieste da Lega e Figc si mostra perplesso. «Abbiamo scoperto che i vertici del calcio faticano ad attuare il protocollo che loro stessi hanno proposto»: così si pronuncia il ministro dello Sport Spadafora, sulle soluzioni alternative richieste da Lega di A e Figc. Insomma, i dubbi dei vertici del calcio sulla ripartenza non gli sono piaciuti. Il ministro è intervenuto, nello specifico, sulla discussa quarantena collettiva in caso di positività, tendendo in parte la mano ai club: «Preferiscono la singola come in Germania? Se la curva del contagio ce lo consentirà, con l’evoluzione dei prossimi 10 giorni con milioni di italiani che torneranno alle loro attività, massima disponibilità da parte nostra a rivedere in maniera meno stringente anche questa regola». Sulle critiche al protocollo però è chiaro: «Lunedì dovevano riprendere gli allenamenti del calcio basati su un protocollo che un mese fa mi avevano proposto la Figc e la Lega: adesso capiamo che la Lega ritiene di aver difficoltà ad attuare il protocollo che ha proposto. Non gliel’abbiamo chiesto noi, né il comitato tecnico scientifico, ce lo hanno proposto loro. Le squadre evidentemente non hanno strutture adeguate e non sono in grado di iniziare l’autoisolamento: ne prendiamo atto. Se la Figc pensa che non ci siano le condizioni per autoisolarsi allora bisogna rispettare le regole minime come il distanziamento». Quindi cerca di fare chiarezza: «Adesso ripartono gli allenamenti degli sport di squadra, le regole sono quelle di potersi allenare mantenendo le distanze. Si tratta di allenamenti un po’ diversi da quelli soliti, almeno per le due prime settimane. Possiamo riparlare di questo protocollo, se tutto questo va in successione non vedo perché il 13 giugno non possa ripartire il campionato».

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