Tassi usurai per far fallire imprese: finanziarie nel mirino

Redazione

E’ stato notificata a tutti gli interessati la richiesta di rinvio a giudizio nell’ambito della vicenda che vede al centro dell’attenzione della Procura di Nocera alcune società finanziarie riconducibili all’avvocato Ciro Esposito. Udienza davanti al gup del Tribunale il prossimo 3 febbraio. Il meccanismo pensato dalle società guidate dall’avvocato Ciro Esposito era semplice ma molto ingegnoso: sostenere le imprese in difficoltà acquisendone i crediti con operazioni di factoring; e successivamente rilevarle quando queste non erano più in grado di rientrare dal debito a causa della vertiginosa applicazione di interessi. Tanto da far scaturire un’indagine per usura che il 3 febbraio vedrà comparire davanti al gup del Tribunale di Nocera Inferiore tutte le persone coinvolte a vario titolo in questa vicenda. Nelle scorse ore la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Gaetana Amoruso della Procura nocerina è stata notificata a tutte le parti interessate. Da tempo gli uffici diretti dal Procuratore capo Antonio Centore si stanno occupando della galassia di finanziarie che fanno capo a principe del foro Ciro Esposito, ma che vedono in primo piano anche il fratello Gianfranco e la moglie Maria Luisa Damiano, oltre al commercialista Felice Ianniello e altri professionisti del napoletano. A finire sotto accusa non è il meccanismo di factoring che cartolarizza i crediti – di per sé legale – ma l’applicazione di tassi usurai da parte delle società che effettuavano le operazioni. Società il cui dominus, secondo la Procura, sarebbe proprio l’avvocato Esposito, uno degli ideatori del sistema di factoring utilizzato ad inizio anni duemila per gestire il debito della sanità campana. Secondo le indagini, le finanziarie non solo gestivano il credito ceduto dalle imprese che avevo bisogno di sostegno, ma avrebbero avuto come esclusivo obiettivo l’incremento esponenziale – attraverso l’addebito periodico degli interessi – della posizione debitoria dei soggetti finanziati. Il risultato era spesso il fallimento delle aziende, i cui beni – quando non riuscivano a rientrare dal debito- finivano nel mirino delle società riconducibili ad Esposito. Su tutte queste ipotesi si esprimerà il giudice per le indagini preliminari, il prossimo 3 febbraio.

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