Il paradosso del Consorzio di Bacino Salerno 2, che vanta crediti presso gli enti soci ma non può riscuoterli perché ha un Durc irregolare, è allo studio del tavolo tecnico che tornerà a riunirsi il 16 gennaio. Il Consorzio di bacino Salerno 2 affoga nei debiti, vanta crediti ma non può incassare quanto gli spetta degli enti soci. Il motivo è presto spiegato: avendo un’esposizione sia con Inail che Inps, ha un documento Durc irregolare. E secondo la legge, i Comuni non possono pagargli quanto dovuto. Insomma, il classico cane che si morde la coda. E non è un caso che si stia lavorando per trovare una soluzione tecnica che non violi le norme o almeno in deroga consenta di sbloccare i pagamenti per permettere al commissario del Consorzio di pagare i nove stipendi arretrati. La protesta di ieri, sfociata in un blocco stradale organizzato dalla Fiadel davanti al Palazzo della Provincia a Salerno, è stato un modo per attirare l’attenzione su una vertenza – in parte – dimenticata. Già si sapeva, infatti, che l’incontro inizialmente convocato per il 3 gennaio sarebbe slittato al 16 gennaio, a causa dell’indisponibilità dell’assessore al bilancio del Comune di Salerno, convalescente dopo una caduta. Luigi Della Greca, infatti, è uno di quei tecnici che insieme ad altri sta ricercando una soluzione al paradosso che si è creato in capo al Consorzio. Ente d’Ambito e Comuni soci lavorano comunque per trovare una via d’uscita anche al problema occupazionale: al di là del pagamento degli stipendi, ci sono 36 lavoratori da ricollocare nel ciclo dei rifiuti. Secondo i dati in possesso del presidente dell’Ente d’Ambito, Giovanni Coscia, in sei sono stati già assorbiti da gestori pubblici o privati che lavorano per conto dei Comuni. Rimangono 36 unità, di cui una decina pronta a trasferirsi presso gestori del napoletano. Sempre secondo l’Ente d’Ambito, ad altri lavoratori sarebbe stato già proposto il passaggio dal Consorzio a gestori che si occupano di rifiuti per conto dei Comuni: se non dovessero accettare, però, la legge regionale prevede che perdano la priorità loro riservata e che si passi alla chiamata di altri lavoratori.
Il rebus del Corisa2, che vanta crediti ma non può ricevere pagamenti
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