Non bastano le riaperture a singhiozzo: dopo le frane, alcuni operatori turistici della Divina Costa chiedono una messa in sicurezza complessiva. Secondo gli operatori turistici aderenti alla rete Abbac, «le istituzioni non tengono alla salvaguardia del turismo, unica risorsa economica del territorio». Dopo le frane dei giorni scorsi – nonostante un calendario preciso diramato da Anas e Regione sul ripristino della viabilità- «il disagio di tanti viaggiatori costretti a lunghe attese in auto, in fila in Costiera Amalfitana, è la chiara dimostrazione che le istituzioni non lavorano in coordinamento per tutelare il turismo». Un’accusa pesante, che Abbac lancia mentre sono in corso lavori di messa in sicurezza sui fronti di frana di Cetara, Maiori e Ravello ed in coincidenza con il cronoprogramma Anas di riaperture delle carreggiate chiuse nei giorni scorsi. Ciò che rilevano alcuni operatori turistici, è che molti, tra «stranieri ed italiani si sono avventurati lungo il tracciato stradale senza ricevere dovute informazioni né avere supporto con bus sostitutivi e navette. Il ripristino a singhiozzo della circolazione stradale a senso unico alternato ha determinato serie ripercussioni per il turismo e la vivibilità dei residenti del territorio. E malgrado vi siano state delle disdette, sono tanti i turisti che hanno inteso trascorrere gli ultimi giorni di festa in Costiera Amalfitana». Abbac conclude «auspicando tempi certi per il ripristino della strada, come annunciato da Anas e Regione; appare ormai inderogabile andare oltre l’emergenza. Occorrono azioni concrete per turismo sostenibile, basso impatto ambientale e tutela del sito Unesco». Oltre a «monitoraggi affidati ad esperti internazionali per i lavori che si è inteso programmare con fondi europei per il tratto di Minori, dove è prevista la realizzazione di una galleria. Inoltre, l’intera statale 163 non è dotata di passaggi pedonali che garantiscono sicurezza a pedoni e residenti».
Frane in Costiera e traffico. Gli operatori turistici chiedono attenzione
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