Goletta Verde: allarme su dati inquinamento foci fiumi nel Salernitano

Redazione

In Campania, su 31 punti monitorati, oltre la metà supera i limiti di legge: sono sedici quelli giudicati fortemente inquinati e uno inquinato. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare. Con record assoluti: è il caso, ad esempio, della foce del fiume Irno a Salerno, del fiume Sarno e della foce del torrente Asa a Pontecagnano, giudicati “fortemente inquinati” per il decimo anno consecutivo. Goletta Verde, storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio sullo stato di salute delle coste e delle acque, ha raccolto campioni tra il 14 ed il 18 luglio, esaminandoli su parametri microbiologici. In provincia di Salerno, su tredici punti monitorati, dieci sono risultati “fortemente inquinati”: ad Atrani, alla foce del torrente Dragone; a Salerno, lungomare Clemente Tafuri, alla foce del fiume Irno, e nel punto tra Salerno e Pontecagnano Faiano, in località Torre Picentina, alla foce del fiume Picentino; a Pontecagnano, in località mare Jonio/lungomare Magazzeno, alla foce del Torrente Asa; tra Pontecagnano e Battipaglia, alla foce del Tusciano; a Eboli, in località Marina alla foce del canale di scarico; a Capaccio, in località Laura, alla foce del rio Poseidonia; in località Torre di Paestum Licinella, alla foce capo di fiume e in quello tra Capaccio e Agropoli, alla foce del Solofrone; a Centola Caprioli/Baia degli Angeli, alla foce rio presso la spiaggia. “Entro i limiti” i risultati dei punti campionati a Castellabate/Montecorice, in località Ogliastro/Baia Arena; a Vibonati, in località Villamare, Rio Fave; e nell’altro punto campionato a Salerno, sulla spiaggia presso via Mantegna. « Anche i controlli effettuati dall’Arpac rendono bene la gravità della situazione della depurazione in Campania dove, di fronte a quella che ormai è diventata una vera e propria emergenza – dichiara Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania – poco o niente è stato fatto dalle istituzioni». Infatti, su un totale di 391 controlli eseguiti, il 39% è risultato “non conforme”, con punte del 49% per la provincia di Salerno. Clamoroso il caso della proliferazione eccessiva di alghe e mucillagine nella costa tra Battipaglia e Eboli, causata dalla presenza importante di nutrienti originati dai settori intensivi dell’agricoltura e della zootecnia presenti nella Piana del Sele. Legambiente confida nella proposta di «legge di riordino dell’ARPAC, con risorse, strumenti e capacità di controllo che rafforzino l’ente terzo e imparziale».

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