Sono passati venticinque anni da quando, il 30 maggio del 1994, Agostino Di Bartolomei si tolse la vita a Castellabate, in provincia di Salerno. Giusto dieci anni dopo la sconfitta ai rigori col Liverpool, in finale di Coppa dei Campioni. Ma il suo ricordo, oggi, vive nella commozione dei tifosi delle squadre in cui ha militato e degli sportivi italiani e non. Anche Salerno ricorda AGO come ha sempre fatto in questi anni. Il nome di Di Bartolomei è legato a filo doppio alla storia della Salernitana. Chiuse la carriera in granata portando la Salernitana in serie B dopo una attesa durata 24 anni Schivo, umile e modesto. La cultura del lavoro duro che alla fine paga, quella della solidità di chi non s’allarga mai a parole se c’è il rischio di non poter mantenere quanto si promette. Che differenza con i calciatori “divi” di allora e di oggi Due anni a Salerno e non furono tutte rose e fiori e, per un certo periodo, durante il primo dei due campionati giocati al Vestuti, qualcuno finì addirittura a relegarlo in panchina. Poi, nell’89/90 gli affidarono le chiavi della squadra e la Salernitana colse quella promozione rincorsa per così tanti anni. Vinse e si ritirò così, dopo un giro di campo al vecchio Vestuti che, già dall’anno dopo, avrebbe lasciato il posto al nuovo impianto sportivo. Oggi, a distanza di un quarto di secolo, il ricordo di Di Bartolomei è vivo. Le società in cui ha giocato gli dedicano cartoline e video tributi, acclamati – letteralmente – dagli utenti del web, a cui, forse, sarà scappata una lacrima pensando al destino triste capitato a uno degli ultimi veri uomini del calcio italiano
«Guidaci ancora Ago», Salerno ricorda Di Bartolomei
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