“Sono molto lontani gli anni Settanta con le rivendicazioni dei movimenti femministi, eppure la parità di genere, che è uno degli obiettivi fondamentali dell’Unione Europea, è ancora molto distante in Italia e, oggi più che mai, è messa in discussione. La violenza sulle donne per esempio, riempie la nostra cronaca quotidiana e, purtroppo, si respira sempre di più nell’aria la celebrazione di un ruolo femminile che vede la donna solo come regina del focolare domestico. Dobbiamo rifiutare con forza questo modello culturale, e lavorare per garantire a tutte le donne una parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso e alla partecipazione nei processi decisionali politici ed economici. Non solo perché è un diritto umano fondamentale, ma perché è condizione necessaria per la sostenibilità delle economie e per la prosperità sociale. In Italia invece esiste una forte disparità fra uomini e donne nel mondo del lavoro. Le lavoratrici italiane, pur avendo in media livello di istruzione più elevato rispetto agli uomini, ed un miglior rendimento, guadagnano il 22% in meno rispetto ai loro colleghi, con una media europea del 16%. Il tasso di occupazione femminile è al 49%, la media europea è del 62,6%, mentre nei ruoli manageriali le donne italiane arrivano al 27%. Siamo il fanalino di coda dell’Europa occidentale, e agli ultimi posti su 149 Paesi per opportunità lavorative e partecipazione economica delle donne, per cui arriviamo alla 118sima posizione. Peggio ancora per la disparità salariale tra uomini e donne che ci vede al 123simo posto. Sono dati del Global Gender Gap Report 2018. Oggi quindi faccio i miei auguri a tutte le donne, con la promessa di un sostegno preciso. Mi impegno a promuovere e tutelare il cambiamento culturale necessario, mi impegno a garantire pari diritti e pari dignità fra donna e uomo, contro ogni forma di discriminazione, di stereotipo, di segregazione. Questi numeri della disparità devono cambiare.”
8 marzo: il messaggio del presidente della Provincia, Strianese
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