Per il dottor Alessandro Marra l’accusa di omicidio volontario non può dirsi del tutto archiviata. I giudici della Corte Suprema di Cassazione hanno deciso di annullare con rinvio la decisione del Tribunale del Riesame di Salerno con la quale venivano revocati i domiciliari a Marra e fatta decadere l’accusa di omicidio volontario.
Il collegio del Riesame ritenne, il 13 novembre scorso, che non vi fossero sufficienti e gravi indizi di colpevolezza a carico di Marra, riguardo alla vicenda per la quale era stato arrestato. Secondo il pm della Procura Elena Guarino, infatti, Marra avrebbe indotto la morte di un paziente oncologico, un giovane 28enne di Battipaglia, iniettandogli una dose letale di Midazolam, un farmaco molto potente utilizzato per i malati terminali ma anche per il fine vita, laddove è legale. Il medico, in servizio presso l’Hospice di Eboli, con i suoi legali ha sempre negato ogni addebito, provando anche con una perizia terza che le condizioni di quel ragazzo erano talmente gravi da poter precipitare da un momento all’altro.
Insomma, secondo la tesi difensiva recepita dal Riesame, non vi sono nell’indagine sufficienti indizi per incolpare Marra di omicidio volontario. La Cassazione, però, ha ritenuto che nel ricorso proposto dal pm Guarino contro la decisione del Riesame, vi siano elementi da approfondire e meritevoli di una nuova pronuncia.