Gli indiani di Jindal Group ci hanno messo poche ore a rispondere ai sindacati che chiedevano di accelerare i tempi del vertice al ministero dello Sviluppo Economico. La replica dei nuovi proprietari di Treofan Italy è una doccia fredda per i lavoratori dello stabilimento di Battipaglia. Perché Jindal ha deciso di dirottare gli ordinativi dalla fabbrica della Piana del Sele su altre sedi (Terni e Brindisi). Ed ha chiesto di non accettare nuove commesse per Battipaglia.
Insomma: non solo non sarà inviata la resina che gli operai battipagliesi stanno chiedendo da settimane; ma si conferma l’intenzione di sospendere la produzione nel salernitano. Poche ore fa, le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil avevano scritto al presidente del Gruppo Treofan, Manfred Kaufmann ed al ministero dello sviluppo economico per sollecitare l’incontro con la proprietà, preoccupati dal fatto che le produzioni del sito di Battipaglia sono ferme dal 18 dicembre a causa della “voluta” mancanza di materia prima.
La richiesta era quella di riattivare quanto prima le attività produttive dello stabilimento di Battipaglia, alla stregua di quello di Terni»; poiché «ci sono ordini evidenti fino a giugno; ordini che per essere evasi necessitano solo dell’invio delle materie prime necessarie per riprendere l’attività». Ed invece, Jindal ha risposto dirottando gli ordinativi altrove.
Sempre i sindacati, avvertivano che ogni «spostamento di ordini dal sito di Battipaglia verso altri siti, unitamente ad ogni altra tipologia di azione pregiudizievole per lo stabilimento», era da condannare. Avvertimento inascoltato, visti i fatti. Per Cgil, Cisl e Uil, «il perdurare dell’attuale atteggiamento dei vertici Treofan/Jindal verrebbe interpretato come evasivo, preoccupante e lesivo della dignità dei Lavoratori, irrispettoso delle più elementari regole di buone relazioni sindacali».
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