Dalla visita di Santo Stefano del ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio a quella di sabato scorso del deputato PD Piero De Luca i 78 lavoratori di Treofan si aspettano molto. Nel mezzo, la solidarietà incassata da molte altre aziende del distretto industriale ed agroalimentare della Piana del Sele. Ma anche le rassicurazioni del sindacato, che ha inviato a Battipaglia i leader delle segreterie nazionali e locali del settore.
Finora, però, ogni mossa sembra aver lasciato indifferenti gli indiani di Jindal Group. I nuovi proprietari, che hanno rilavato il pacchetto di azioni di maggioranza dalla Management & Capitali di Carlo De Benedetti, appaiono quasi svogliati di fronte alla rabbia dei dipendenti di Treofan Italy che non si rassegnano e continuano a presidiare la loro fabbrica. Nulla hanno potuto, fino ad oggi, le dichiarazioni dei parlamentari o degli esponenti di Governo. Poco hanno sortito anche le mosse istituzionali fatte da Regione, Asi e Comuni.
Gli unici ad agitare un po’ le acque sono stati gli azionisti di minoranza. Hanno preteso chiarezza su una cessione anomala a partire dal prezzo (irrisorio secondo alcuni). L’esposto alla Consob c’è: ora bisogna attendere il lavoro dell’organo di controllo. Ma a margine di un’operazione finanziaria che potrebbe avere il suo risvolto speculativo, c’è il destino di uno stabilimento- quello di Battipaglia- che conserva un utile milionario di tutto rispetto; e che vanta tutt’ora ordinativi almeno fino a giugno ed ha una discreta fetta di mercato.
Il tentativo di impoverire il sito della Piana è iniziato con il mancato invio della resina, materia prima per fabbricare il film bi-orientato. Poi è continuato con il dirottamento degli ordini su altri opifici. Una circostanza che ha indignato sindacati e lavoratori, che ora ripongono ogni speranza nel vertice romano di domani al Ministero dello Sviluppo Economico al quale- si auspica- questa volta gli indiani di Jindal si presentino. Stasera, invece, si terrà un consiglio comunale monotematico a Battipaglia, davanti ai cancelli della fabbrica.
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