Salva olio: Coldiretti a Roma per chiedere misure urgenti. Il caso Campania

Redazione

Con una produzione praticamente dimezzata è l’olio extravergine di oliva Made in Italy a subire gli effetti più pesanti del cambiamento climatico. Compromessi 25 milioni di ulivi ed il raccolto che quest’anno è vicino ai minimi storici per la pianta simbolo della dieta mediterranea. In Campania, stima Aprol, la produzione di olio nel 2018 è stata di circa 8 milioni di chili Una situazione drammatica che emerge dallo studio “Salvaolio” della Coldiretti. Un rapporto presentato durante la manifestazione degli agricoltori scesi in piazza a Roma per denunciare l’assenza nella manovra economica di misure adeguate. Coldiretti chiede risorse per fronteggiare le pesanti calamità che hanno colpito il settore. Senza interventi strutturali– precisa la Coldiretti – si rischia di perdere per sempre la possibilità di consumare extravergine nazionale. Sarebbero disastrosi gli effetti sull’economia, il lavoro, la salute e sul paesaggio. Volano, invece, le olive di Spagna, Grecia e Marocco. La Campania possiede oltre 74 mila ettari coltivati ad oliveto, di cui il 5% circa con metodi di produzione biologica. Alle varietà autoctone vanno aggiunte il Leccino e il Frantoio, presenti da lungo tempo in varie zone della Regione. L’olio nuovo esprime al meglio le proprietà organolettiche, antiossidanti e nutrizionali che tendono a deperire nel tempo. In Campania sono cinque le Dop: Cilento, Colline Salernitane, Irpinia – Colline dell’Ufita, Penisola Sorrentina e Terre Aurunche. IL PIANO SALVAOLIO MADE IN ITALY DELLA COLDIRETTI

  1. Avviare un nuovo PIANO OLIVICOLO NAZIONALE (“Piano 2.0”) per rilanciare il settore con una strategia nazionale e investimenti adeguati, per modernizzare gli impianti olivicoli, puntando sulle cultivar nazionali che rappresentano il nostro patrimonio di biodiversità; favorendo lo sviluppo e la sottoscrizione di contratti di filiera.
  2. Garantire adeguate risorse al FONDO DI SOLIDARIETÀ NAZIONALE per far fronte alle pesanti calamità che hanno colpito importanti aree del Paese, come la Puglia, con il dimezzamento della produzione nazionale di olio di oliva che ha messo in ginocchio il settore.
  3. Esprimere solidarietà all’olivicoltura salentina compromessa dalla XYLELLA, sostenendola con azioni concrete a partire – chiede la Coldiretti – dall’immediata attuazione del Decreto sullo stato di emergenza al fine di consentire i reimpianti, gli innesti e la programmazione delle attività dei frantoi e degli olivicoltori.
  4. Dare maggiore trasparenza all’attribuzione dei finanziamenti dell’attuale OCM, in modo che i fondi vadano alle vere imprese olivicole e difendere l’extravergine italiano nell’ambito dei NEGOZIATI INTERNAZIONALI dove l’agroalimentare italiano viene troppo spesso usato come moneta di scambio per interessi diversi.
  5. Stringere le maglie ancora larghe della legislazione con l’approvazione delle proposte di RIFORMA DEI REATI ALIMENTARI presentate dall’apposita Commissione presieduta da Giancarlo Caselli presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie della Coldiretti.
  6. Pretendere l’obbligo della REGISTRAZIONE TELEMATICA degli oli commercializzati in tutti gli Stati membri, così come già istituito in Italia attraverso il SIAN.
  7. Difendere il PANEL TEST, strumento necessario – spiega la Coldiretti – per la classificazione e valutazione delle caratteristiche organolettiche degli oli di oliva vergini al fine di tutelare i produttori di oli di qualità ed i consumatori.
  8. Promuovere una maggiore trasparenza dell’INDICAZIONE OBBLIGATORIA DELL’ORIGINE IN ETICHETTA, per l’olio extravergine di oliva(con etichette leggibili per i consumatori e prevedendo l’obbligo dell’indicazione dei Paesi di provenienza degli oli che compongono le “miscele“) e per le olive da tavola (che ad oggi non hanno alcuna indicazione obbligatoria in etichetta relativamente al Paese di coltivazione delle olive).
  9. Promuovere la CONOSCENZA e la CULTURA DELL’OLIO EVO di qualità tra i consumatori al fine di aiutarli a scegliere con maggiore consapevolezza.
  10. Eliminare il SEGRETO DI STATO sui flussi di importazione, anche – sostiene la Coldiretti – per verificare gli arrivi di prodotti da Paesi che non rispettano norme analoghe a quelle italiane rispetto all’uso di prodotti chimici o alla tutela dei lavoratori

https://www.youtube.com/watch?v=jXZl-UDBCRE

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