Le assunzioni in sanità possono essere il punto di svolta, a patto che si accompagnino ad una programmazione seria dei servizi sul territorio, basata sui fabbisogni. Dunque un’offerta di salute che parta dalle necessità reali delle persone e non dal mero fattore politico-elettorale.
D’altronde, che si volesse voltare pagina rispetto ad un assetto di clientele cinquantennali lo aveva detto proprio Vincenzo De Luca. Condividendo la richiesta del Ministero della Salute di tagliare le divisioni complesse, laddove ci sono più primari che pazienti da assistere.
La svolta che De Luca definisce storica porterà, in provincia di Salerno, tra i 1200 ed i 1500 nuovi posti di lavoro negli ospedali e nelle Asl. A cominciare dal Ruggi, dove la carenza di personale ammonta a più di 700 unità; e dove il piano triennale di assunzioni prevede concorsi progressivi per reclutare medici e paramedici ma anche un’ottantina di tecnici ed amministrativi.
Discorso simile all’Azienda Sanitaria Locale, dove in tre anni si assumeranno 150 amministrativi e più di 800 tra personale medico e altri operatori, infermieri su tutti. Anche i precari del settore, che sono migliaia in tutta la Regione, possono stare tranquilli; la quota decisa per la loro stabilizzazione sul totale di assunzioni da fare è pari al 50%. Va da sé che i posti nuovi effettivamente a concorso saranno l’altra metà.
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