Come La Marca e Maiale hanno corrotto il direttore dell’Agenzia delle Entrate. Le pressioni su Campione

Redazione

Esattamente un anno fa, Gianluca La Marca e Giovanni Maiale provavano a corrompere il custode giudiziario dei lotti di un’azienda bufalina finita all’asta. Volevano prendersela loro, ma di traverso s’era messo Antonio Campione, immobiliarista e persona nota nella Piana, che quei lotti voleva aggiudicarseli.

C’è una telefonata che gli inquirenti intercettano alla vigilia dell’asta giudiziaria e che ha più o meno questi toni, rivolti al custode dei beni: «avvocato, domani fatevi finire una febbre. Il vostro onorario lo paghiamo noi». Come sono andate le cose, un anno fa, oggi lo sappiamo. Né l’avvocato-custode giudiziario né l’imprenditore invitato a farsi da parte cedono alle pressioni di La Marca e Maiale. Anzi. Parte una denuncia alle forze dell’ordine che mette Carabinieri e Guardia di Finanza sulla strada giusta.

Al caseificio Tre Torri di Gianluca La Marca i finanzieri del generale Petrucelli fanno le pulci. Scoprendo un’evasione fiscale, un accantonamento di capitali ingenti per il trattamento dell’amministratore della società, un contenzioso tributario pendente davanti all’Agenzia delle Entrate. E proprio questo, diventa l’elemento chiave. Perché intercettando La Marca, si scopre la corruzione del direttore provinciale Emilio Vastarella, che accetta un bracciale in oro e diamanti ed un orologio in cambio di un extrasconto da 60mila euro su una sanzione. Inoltre, si spende per definire un ricorso che avrebbe sbloccato un ingente rimborso Iva a vantaggio del caseificio di La Marca. Intanto, dopo l’arresto del direttore Vastarella l’agenzia delle entrate si dice fiduciosa nella magistratura ed annuncia di volersi costituire parte civile.

I Carabinieri del colonnello Neosi, intanto, mettono a fuoco le minacce velate dell’ex pentito Giovanni Maiale nei confronti di Antonio Campione. L’immobiliarista della Piana viene avvicinato da Maiale ed invitato a rinunciare all’asta per l’assegnazione di alcuni lotti d’azienda a Campolongo. «Conviene a tutti», avrebbe detto Maiale a Campione, facendogli tornare alla mente il sequestro di cui fu vittima negli anni ’90 per pagare un’estorsione. Ma le indagini non sono finite. Ci sono altre persone eccellenti, alcuni professionisti, che rimangono nel mirino per l’ascesa economica della società di La Marca e le mire espansionistiche in tutto il salernitano. Fagocitando aziende in difficoltà.

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