L’ex sindaco di Scafati è stato dimesso in mattinata. Per tutta la notte i medici dell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore lo hanno tenuto sotto stretta osservazione. Pasquale Aliberti, ieri sera, ha tentato un gesto estremo per sua stessa ammissione, postando amarezza e delusione su Facebook prima di ingerire un grosso quantitativo di farmaci.
Qualcuno potrà ritenere discutibile il fatto stesso che lo stiamo raccontando. Ma data la notorietà del protagonista di una vicenda che rimane personalissima e la rilevanza del messaggio che lo stesso Aliberti ha voluto affidare all’opinione pubblica a mezzo social, tacere sul gesto dell’ex sindaco di Scafati sarebbe come peccare per omissione. La cosa importante è che Pasquale Aliberti stia meglio e che stia recuperando, in queste ore, il rapporto con i suoi affetti e l’amicizia di tante persone.
Questo a prescindere dalla complessa vicenda giudiziaria e processuale che lo riguarda sulla quale saranno i giudici ad esprimersi. Il gesto di Aliberti è stato dettato dallo sconforto per un’udienza vissuta malissimo dall’ex sindaco, durante la quale uno dei suoi legali- l’avvocato Silverio Sica- è stato al centro di uno spiacevole battibecco. Al di là di tutto, rimane di positivo il salvataggio di Aliberti, soccorso in tempo proprio grazie alle drammatiche frasi postate su Facebook che hanno messo in allarme i suoi familiari.
«L’unica soluzione è farla finita», aveva scritto l’ex sindaco dalla sua casa di Nocera Superiore dove risiede per obbligo di dimora, ricordando i 400 giorni di misura cautelare ed esprimendo solidarietà all’avvocato Sica. Prima di affidare al fratello le carte da mostrare al processo, Aliberti aveva manifestato il peso di “vivere come un camorrista che non può neppure più esercitare la sua professione di medico perché c’è qualcuno che ha agito anche per distruggere l’uomo, il padre e il professionista”.
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