Fanno rumore i tagli alla sanità che potrebbero abbattersi sui cittadini campani. Dalla soppressione di alcuni punti nascita agli esami di laboratorio sono molte le questioni da chiarire.
La scure del centro nazionale per le nascite si abbatte sugli ospedali di Polla, Sapri e Piedimonte Matese, salvando solo i punti nascita di Vallo della Lucania, Ariano Irpino, Ischia e Sessa Aurunca seppur sotto condizione.
In pratica il Ministero della Salute ha tenuto conto solo parzialmente della richiesta di deroga avanzata dalla Regione Campania per quei punti nascita situati in zone disagiate, poco collegate con il resto del territorio e comunque difficilmente raggiungibili.
Il taglio lineare operato dal ministero ha preso in considerazione il numero minimo di parti annui stabiliti per legge (ovvero 500). E solo in parte le osservazioni fatte dalla Regione sulle caratteristiche complesse di quei territori.
In pratica una donna residente a Polla o a Sapri- tanto per fare un esempio- dal primo gennaio non potrà più partorire in quegli ospedali. Dovrà recarsi almeno a Vallo o in un altro punto nascita della rete provinciale, con tutti i disagi che ne conseguono.
Per il ministero della Salute al di sotto dei 500 parti all’anno un punto nascita non è considerato “sicuro” per neonati e partorienti. Ma è ovvio che considerazioni tecniche di questo tipo andrebbero bilanciate con fattori di ordine sociale ed economico.
Ad ogni modo, la Regione Campania è pronta a far sentire la voce grossa già nelle prossime ore nel corso di un vertice a Roma con il Governo.
L’altra tegola che potrebbe abbattersi sui cittadini riguarda le analisi di laboratori, che potrebbero tornare a carico dei pazienti.
Una nota dell’Asl di Salerno, infatti, ha comunicato ai centri convenzionati che la copertura c’è stata fino al 28 ottobre. Quindi, non vi sarebbe altra deroga e le analisi potrebbero tornare a pagamento.
Anche su questo, però, la Regione ha sempre rassicurato l’Asl invitandola a rivedere i tetti di spesa e a monitorare il lavoro dei laboratori per trovare le risorse e coprire il budget in deroga. Cosa che, forse, accadrà anche questa volta.
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