Crac Iacp, in sette rinviati a giudizio

Redazione

Secondo l’accusa, avrebbero eseguito azioni economiche finalizzate alla dispersione del patrimonio della Iacp Futura, a partecipazione pubblica, allo scopo di ricavarne illeciti profitti. Inizierà l’11 febbraio il processo per il fallimento di Iacp Futura. Il gup del Tribunale di Salerno, Giovanna Pacifico, ha rinviato a giudizio le sette persone finite nell’operazione Scudo, conclusa nel 2017. L’inchiesta fu coordinata dal pm Vincenzo Montemurro della Dda di Salerno e condotta dagli uomini della Dia di Salerno, diretti dal colonnello Giulio Pini. Dall’accusa di bancarotta fraudolenta devono difendersi: Gaetano Chirico, all’epoca componente del Cda del Credito Salernitano, già presidente di Iacp Salerno; Massimo D’Onofrio, presidente del consiglio comunale di Pagani e consigliere provinciale di Salerno, quando avvennero i fatti; Salvatore Marrazzo, imprenditore nel settore edilizio; Rosaria Chechile; Sabato Mottola, azionista del Credito Salernitano e già presidente del cda della Iacp Futura; Giuseppe Fiorillo, amministratore delegato della Iacp Futura Scarl e Angela D’angelo, di Acerra. Secondo l’accusa, tramite la gestione di Iacp, gli indagati avrebbero fatto rientrare in Italia capitali illecitamente accumulati all’estero, per assicurarsi commesse e lavori in via preferenziale, per incassare le somme derivanti dalla vendita di immobili ed altri beni pubblici sottocosto, per ottenere finanziamenti a prezzi stracciati, per intascare compensi oltremisura.

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