I fatti di Ancona smuovono le acque in un settore dove spesso, quelle acque, non sono proprio pulite e trasparenti. La gestione delle sale da ballo, delle discoteche, dei locali con serate danzanti va messa a fuoco con attenzione e senza demagogia.
Gli interessi legittimi degli imprenditori del settore si saldano, troppo spesso, con altri interessi. Quelli vorticosi di chi sta dietro agli artisti, ai fenomeni del momento che attirano centinaia se non migliaia di persone.
E quelli del tutto illeciti di chi vende robaccia, dalla droga ai superalcolici per i minorenni, su cui da tempo- e per fortuna- si sono accesi i riflettori. La sensazione è che troppo spesso si giochi con il fuoco, o quantomeno si sottovalutino i rischi.
I morti di Ancona aprono gli occhi dell’opinione pubblica su quanto accade fra il popolo della notte, ma lasciano interrogativi inquietanti sul modo di divertirsi di giovani e giovanissimi, su artisti e generi che si farebbe fatica in un mondo normale a definirli tali, su gesti apparentemente senza senso come l’utilizzo di spray urticante tra centinaia di persone.
Una pratica, a quanto si apprende, molto utilizzata per disperdere le folle o commettere furti. Una colossale idiozia, visto che c’era già scappato il morto a Torino durante la finale di Champions e stavolta sono morti in sei. Ben vengano, allora, i giri di vite nei locali.
A Salerno e provincia, in realtà, i controlli sono cominciati da tempo ed hanno già fruttato chiusure, sequestri e sanzioni. Sono molti coloro che si improvvisano intrattenitori o imprenditori: gente che cerca il guadagno facile e penalizza i veri professionisti.
E poi si lavori anche nelle scuole, nelle famiglie, nei luoghi di aggregazione: si spieghi cosa può essere potenzialmente giusto e cosa può essere sbagliato. Sembra banale, ma visto come vanno le cose, evidentemente non lo è.
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