Cosa c’è dietro le dimissioni del Vescovo di Salerno?
E’ la sindrome di Ménière a costringere Monsignor Moretti a lasciare la guida pastorale dei fedeli salernitani. L’arcivescovo dimissionario lo spiega senza giri di parole nella conferenza stampa in Curia che ufficializza le voci circolate nei mesi scorsi e confermate ieri mattina. La lettera a Papa Francesco è datata 1° novembre. La risposta è di qualche giorno fa.
Moretti – però – precisa che il Pontefice gli ha chiesto di rimanere in carica con pieni poteri fino alla nomina del suo successore. I tempi potrebbero non essere brevi: probabile si arrivi alla fine dell’anno pastorale, ovvero a ridosso dell’estate. Nel Salone degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile Moretti spiega le difficoltà nel sentirsi come «sulla Marmolada», di aver avvertito i primi sintomi delle forti vertigini un anno e mezzo fa. Si è operato, le cose vanno meglio: ma lo stato di salute rimane precario in rapporto ai compiti richiesti dalla missione pastorale. Di qui, la decisione sofferta di passare la mano.
Breve storia di Mons. Moretti e delle vicende che hanno caratterizzato il suo episcopato
Monsignor Moretti era al vicariato generale di Roma, con a capo il cardinale Camillo Ruini, quando nove anni fa Benedetto XVI lo nominò arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno. Papa Ratzinger lo scelse per le sue caratteristiche, riguardo al compito difficile di risollevare le sorti finanziarie e la credibilità pastorale della Chiesa salernitana, travolta dai casi Angellara Home e Il Gregge. In Vaticano era in atto uno scontro su Salerno, sulla base di decine di dossier fatti recapitare a Roma. Monsignor Gerardo Pierro da poco aveva lasciato la sede vacante per limiti di età.
L’arrivo di Moretti fu percepito come un commissariamento, ma dopo nove anni si può dire che il caso dell’ex Colonia San Giuseppe è chiuso (anche se la Conferenza Episcopale dovrà ripianare un ammanco di tre milioni). Anche le polemiche sul Gregge si sono concluse con il riconoscimento dell’associazione laicale, una volta consultato il clero.
Nel mezzo, la drammatica processione di San Matteo del 2014, le incomprensioni con i portatori, una parte delle istituzioni salernitane e dei fedeli sul percorso delle statue e sul modo di vivere la festa, con tanto di seguito giudiziario. Una ferita in parte risanata, su cui il Vescovo uscente non ha rimpianti.
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