La motivazione della nomina a Magister della gallerista Lia Rumma, nel segno dell’intraprendenza e della sensibilità artistica degli antichi mecenati amalfitani.
“Con l’intraprendenza e la sensibilità degli antichi mecenati amalfitani, ha promosso con Marcello Rumma nel medievale Arsenale di Amalfi, rassegne e dibattiti sull’Arte Povera che negli anni Sessanta hanno innescato una feconda circolazione internazionale di idee e forme innovative non prive di riferimenti identitari ai miti e alle suggestioni delle culture mediterranee, esaltati dalla monumentale modulazione degli spazi espositivi.”
Con questa motivazione Lia Rumma sarà la prima donna a ricevere il prestigioso titolo di Magister di Civiltà nel corso del Capodanno Bizantino 2018 in programma ad Amalfi a partire da domani. Un riconoscimento che la città, Antica Repubblica Marinara, attribuisce ogni anno a personalità, amalfitane di origine o di adozione, che si sono distinte per particolari meriti in uno dei settori di spicco della storia locale.
Rumma, assieme al compianto marito Marcello, è stata ed è una delle principali ricercatrici di talenti artistici che ha speso la propria vita nell’alimentare e promuovere, attraverso l’attività di mecenatismo, i più importanti movimenti artistici internazionali. Fu proprio ad Amalfi, negli anni Sessanta, che Marcello e Lia Rumma, all’epoca giovani collezionisti di Salerno poco meno che ventenni, si fecero promotori delle mostre di una nuova generazione di artisti emergenti oltre che di molteplici iniziative culturali.
In particolare Marcello Rumma divenne sponsor e organizzatore di importanti rassegne negli Antichi Arsenali di Amalfi: “Ritorno alle cose stesse” (1966) a cura di Renato Barilli; L’Impatto Percettivo (1967) a cura di Alberto Boatto e Filiberto Menna e soprattutto Arte Povera più Azioni Povere (1968) a cura di Germano Celant, che riscosse da subito un enorme successo di critica a livello internazionale, furono i tre eventi che la città ospitò in quell’indimenticabile periodo di grande fermento culturale.
Nella ricorrenza del cinquantenario della mostra Arte Povera più Azioni Povere, Amalfi ricorda che, proprio grazie a quelle iniziative, vennero scritte in città alcune delle più importati pagine della rivoluzione culturale del ’68. Si propagarono partendo proprio dall’Arsenale, instillando nuove correnti e un moderno sentire nel panorama dell’arte internazionale.
Un’ultima curiosità: nell’anno il cui il riconoscimento va ad una mecenate dell’arte, seguendo lo statuto fondativo il premio 2018 viene intitolato al nobile mercante amalfitano Mauro de Comite Maurone, che assieme al figlio Pantaleone donò alla cattedrale di Sant’Andrea le prime porte monumentali di bronzo bizantine, facendosi mecenate di un’opera d’arte che ancora oggi, dopo oltre mille anni, lascia sorpresi i visitatori.
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