La Zona Economica speciale che include le aree portuali e retro-portuali a Salerno rappresenta uno strumento molto importante nell’attrazione di nuovi investimenti, perché le aziende potranno usufruire del credito d’imposta, ma anche perché si parla di procedure burocratico-amministrative più veloci. In altre parole, le aree della Campania che rientrano nella Zes – e, quindi, anche un’ampia parte della provincia di Salerno – diventano molto più appetibili per chi si occupa di logistica e della movimentazione delle merci. Appare chiaro- però- che l’avvio della zona economica speciale non può prescindere dal completamento di alcune infrastrutture determinanti. La Feneal Uil, sindacato degli edili, in una nota cita due casi emblematici: il raccordo Salerno-Avellino e la sua interconnessione con l’autostrada A30 e le gallerie di Porta Ovest. Non si può pensare ad una efficiente piastra per la filiera logistica integrata, e cioè: porto/aeroporto/interporto – senza prima rendere agibili due canali (in ingresso ed in uscita) di accesso sia al porto di Salerno che all’intera provincia. Sarebbe come tentare di costruire un palazzo partendo dal tetto e non dalle fondamenta- attacca il sindacato. Nel caso delle gallerie di Porta Ovest si vive uno stallo che non induce a sperare in soluzioni a breve termine, con il congestionamento del traffico esterno allo scalo marittimo e con gravissime ricadute sulla competitività del porto. Per il raccordo Salerno-Avellino, nonostante gli sforzi profusi dalla Regione Campania e nonostante i provvedimenti che puntano ad inserire l’arteria tra quelle dotate di standard autostradali, non si intravede un percorso celere per arrivare ai lavori previsti da anni.
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