Sparare centinaia di colpi ad aria compressa in una sola notte, tra il 10 e l’11 ottobre scorsi, a bordo di due automobili in corsa, con il rischio di colpire oltre alle auto in sosta anche delle persone. Sparare e poi vantarsi su una chat inquietante, con messaggi che a leggerli cascano le braccia. E poi c’è l’incoscienza e l’incapacità di capire la portata dei reati commessi (devastazione, saccheggio, danneggiamento), la volontà di proseguire e di tenere in casa le pistole ed il munizionamento, il desiderio di spingersi oltre. Insomma, ci si dovrebbe chiedere chi sono davvero questi nove ragazzi arrestati ieri con accuse pesantissime ed analizzare i contesti sociali e familiari, senza ricercare giustificazioni sociologiche o psicologiche a tutti i costi, ma con la predisposizione a capire che cosa gira intorno a questi ragazzi, oltre a cosa gira nelle loro teste. Sono «ragazzi di provincia che la sera, davanti un bar, invece di decidere di andare a mangiarsi una pizza, preferivano organizzare raid per sfasciare auto, per divertimento e gratificazione», ha detto il procuratore aggiunto di Salerno, Luigi Cannavale. «Poco più che maggiorenni – avevano creato una chat WhatsApp denominata “‘o sistema”. Anche le icone erano emblematiche: catene, bare e altri simboli del genere». Il numero delle vetture colpite, poi, è superiore alle 150 (rispetto alle 60 accertate), ma non ve ne è traccia poiché i proprietari non hanno neanche presentato denuncia o per danno non ingente o perché assicurati. Per il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno, Corrado Lembo, «è un fatto di notevole gravità che è stato sanzionato con i domiciliari, dando un segnale immediato non solo a questi giovani, ma alla comunità per dimostrare che forze dell’ordine e magistratura ci sono». Ma molto incidono i messaggi negativi, amplificati anche dal circuito mediatico e dalla rappresentazione seriale di comportanti che- in assenza di forti reti sociali e di modelli di comportamento virtuosi- finiscono col diventare preda di facili emulazioni. Nessuno di questi ragazzi, infatti, pare avesse solidità di valori alle spalle: risulta che otto di loro non avessero un lavoro, solo uno faceva l’operaio, e che si dedicassero a scorribande senza alcun motivo specifico. https://www.youtube.com/watch?v=vncE0UQJGp8
Raid vandalici e devastazioni: quei ragazzi “difficili” senza alcuna giustificazione
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