Aeroporto Salerno: corsa contro il tempo per i lavori e fusione con Gesac

Redazione

La partita societaria che si sta giocando per dare forma alla nuova società di gestione del sistema aeroportuale campano è fondamentale non solo per dare una direzione certa ai progetti infrastrutturali e al piano industriale degli scali di Napoli e Salerno ma anche perché la fisionomia che assumerà la governance dei due aeroporti dirà molto sul peso specifico dei soci e sulla loro capacità di incidere sotto il profilo dell’indirizzo politico e delle scelte strategiche. Gesac incorpora, per fusione, la società de lCosta d’Amalfi: la quota che il soggetto gestore di Capodichino pretende si aggira intorno al 70/80%. A Salerno rimarrebbe dal 20 al 30% delle quote, con tutte le conseguenze sul piano decisionale. Un aspetto non marginale, visto che soci del Costa d’Amalfi sono anche la Regione Campania e la Regione Basilicata, che di soldi ne hanno messi e ne metteranno parecchi. Da Napoli assicurano una gestione aperta e condivisa, tant’è che nell’arco del prossimo anno dopo i primi lavori di adeguamento a Salerno potrebbero essere dirottati i primi voli charter turistici e quelli del cargo merci che a Napoli sono in sovrannumero. Il piano prevede dal 2019 il trasferimento dei voli privati da Capodichino al Costa d’Amalfi, e gradualmente i voli commerciali fino al pieno regime fissato al 2022 con l’obiettivo di raggiungere almeno 3,5 milioni di passeggeri. I primi vettori a volare su Salerno sarebbero Aer Lingus, Finnair, Jet2, Luxair, Smartwings, Mistral Air, Sas. Oltre ai charter turistici, ovviamente. Prima, però, bisognerà correre per realizzare un terminal da 14mila metri quadri oltre a 11 piazzole di sosta per gli aeromobili e la nuova pista da 2.2 km: ma espropriare circa 50 ettari di terreno non sarà un’operazione semplice. https://www.youtube.com/watch?v=NGA6-UnNVRY

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