L’Aia incrocia la Via e non è solo una questione di acronimi o giochi di parole, perché le Fonderie Pisano dopo il preavviso di diniego sulla valutazione di impatto ambientale incassano pure l’avvertimento della Regione sull’autorizzazione integrata ambientale: due mesi per mettersi in regola, non un giorno di più; altrimenti si rischia la chiusura. La vicenda dell’opificio di Fratte di complica, già intricata di suo sotto il profilo industriale e politico, ora rischia di avvitarsi attorno alle due procedure distinte per il rilascio dell’autorizzazione e della valutazione ambientale, necessarie non solo a proseguire le attività ma anche a porre le basi per rimanere in Via dei Greci il tempo necessario per allestire un nuovo stabilimento altrove. La sensazione è che in Regione Campania si sia mosso qualcosa, si sia deciso di accelerare su una vicenda rimasta per troppo tempo sottotraccia. Certo, si potrebbe dire che tutto ciò accade su impulso della stessa azienda, che ha chiesto di iniziativa prima la nuova autorizzazione integrata ambientale (dopo la revoca di quella precedente) e poi la valutazione di impatto ambientale per ottemperare alle prescrizioni e mettere la fabbrica in linea con gli standard richiesti dall’esercizio temporaneo. Perché è questo che i Pisano chiedono alla direzione regionale per l’ambiente: di poter rimanere a Fratte a tempo determinato, dai due ai quattro anni, per poter allestire un’altra fonderia altrove, magari nella provincia a Sud di Salerno, sempre in una zona industriale a gestione Asi, in un sito dismesso e da riqualificare, distante almeno dieci km dai centri urbani del territorio. Ma le due bocciature simultanee, quella preannunciata sulla Via ed ora nella fase delle controdeduzioni e quella arrivata ieri sull’Aia, non pongono buone basi per il presente e nemmeno per il futuro. https://www.youtube.com/watch?v=WC_9fkpUSts
Fonderie Pisano: doppia stangata ambiente, su Via e Aia
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