Arriva la sospensione della procedura di pignoramento per Ecoambiente. Ora si può pensare ad un piano di rientro. Si gioca lungo l’asse Direzione generale-Avvocatura regionale la partita per il futuro di Ecoambiente. E’ di qualche ora fa la lettera con cui Maria Salerno, che dirige il settore rifiuti, ciclo delle acque e valutazione ambientale, chiede alla collega Maria D’Elia, capo dell’Avvocatura, di congelare la procedura esecutiva per il pignoramento presso terzi dei 45 milioni che Ecoambiente deve alla Regione Campania. E’ quello che chiedeva il commissario della partecipata provinciale, il commercialista Vincenzo Petrosino, che non più tardi di ieri mattina auspicava ai nostri microfoni questa soluzione per evitare di paralizzare le attività di Ecoambiente. Ora è possibile mettere mano ad un piano di rientro dalla massa debitoria accumulata in questi anni dalla partecipata provinciale, poco meno di 40 milioni di crediti non riscossi presso i Comuni che beneficiano del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani nell’impianto di Battipaglia. In questi giorni Petrosino è riuscito a recuperare un milione presso alcune amministrazione morose, ma all’appello ne mancano ancora tanti, forse troppi. La Regione Campania, decidendo di bloccare il pignoramento, prescrive però l’assoluta urgenza di un piano di rientro, altrimenti sarà costretta a chiedere direttamente ai terzi (ovvero ai Comuni debitori di Ecoambiente) le somme che le spettano. Adesso occorre che con la regia di Regione e Provincia gli oltre 150 Comuni salernitani paghino quanto dovuto e ripianino il bilancio di Ecoambiente. Se ciò dovesse accadere in tempi rapidi, gli 86 lavoratori non rischierebbero nulla. E già il 2 maggio- data in cui i sindacati incontreranno il commissario Petrosino per essere aggiornati- potrebbero esserci notizie positive. Ecoambiente chiederà alla Prefettura di organizzare un tavolo con tutti i sindaci morosi per stabilire un cronoprogramma di pagamento dei crediti. Poi si procederà a pagare la Regione, che a sua volta rimetterà le risorse alla A2A, gestore dell’inceneritore di Acerra dove vanno le ecoballe lavorate a Battipaglia. Infine, si dovrebbe mettere mano al sistema delle gare d’appalto per il servizio di rimozione e trasferimento dei rifiuti dall’ex Stir: finora tre procedure sono andate deserte e questo insospettisce i sindacati. Va impedito alle aziende del settore di fare cartello per far lievitare i costi. L’idea sarebbe quella di affidare il servizio ad un’azienda pubblica.
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