Cane ucciso a calci a Salerno: dopo un anno, il 7 maggio inizia il processo

Redazione

I comitati spontanei sorti per chiedere giustizia dopo l’atroce fine di una cagnolina di appena sei mesi, uccisa a calci dal suo padrone, avevano scritto al presidente del Tribunale e al Procuratore generale di Salerno, auspicando un processo celere ed una pena certa. Eppure è passato oltre un anno da quel mercoledì, 15 febbraio. Il dibattimento a carico dell’uomo che prese a calci la sua cagnolina davanti casa, nel rione Pastena nella zona orientale di Salerno, inizierà il prossimo 7 maggio ed i comitati e le associazioni animaliste hanno già annunciato un presidio pacifico davanti al palazzo di Giustizia. Le immagini di quel cagnolino morto fecero il giro del web, rimbalzarono di cellulare in cellulare. Un orrore, ammesso anche da chi commisse quell’atto atroce, capace di indignare una città intera e di creare un’onda emotiva così lunga da durare oltre un anno. Il sindaco di Salerno annunciò la costituzione di parte civile nel processo, la mobilitaizone spontanea portò alla lettera ai vertici del Tribunale per placare la sete di giustizia. La morte di Chicca, così si chiamava la cagnetta di appena sei mesi, è diventata il simbolo di una certa fetta di decadimento sociale, di abbrutimento urbano, di indifferenza ai valori elementari di umanità. Quando comincerà il processo, lunedì 7 maggio, al presidio ci saranno striscioni, cartelloni ed un fiocco rosa intorno al braccio in ricordo di Chicca, simbolo di tutti gli animali maltrattati. Comitati ed animalisti traggono spunto da questa vicenda per rilanciare la necessità dell’arresto per questo tipo di reati, dell’inasprimento delle pene che prevedano la detenzione certa dei condannati, il divieto che quanto disposto possa essere commutato in pena pecuniaria e che vengano attivati percorsi rieducativi per chi commette queste violenze. Serve una nuova legge, insomma, a patto che il nuovo Parlamento trovi il tempo necessario.

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