Napoli-Salerno non è un derby

Redazione

“Se Saliern’ teness’o puort’, Napoli fosse mort”. Tanto di rispetto per i vecchi saggi e i loro proverbi tramandati ai posteri ma, almeno questo, è un epitaffio tombale. Un detto popolare anacronistico, obsoleto, da riporre insomma nel cassetto dei ricordi. Perché i tempi sono cambiati e, grazie al cielo, sono cambiate anche certe vedute. Non è più tempo di stupide competizioni da campanile, di provincialismi o slogan da derby allo stadio: Napoli e Salerno possono e devono viaggiare a braccetto, perché il benessere dell’intero territorio regionale non può che passare lungo quei 46 chilometri che separano le due città di mare. Tra le colonne portanti su cui far reggere tutto il resto, ci sono infrastrutture strategicamente fondamentali, come gli scali portuali e aeroportuali, perché l’economia, il turismo, lo sviluppo, gli scambi con il resto del paese, del continente e del mondo vanno soprattutto per cielo e per mare. Bene sta facendo, dunque, la Giunta Regionale a guida De Luca a puntare alla cooperazione, a perseguire nella linea dettata che è quella del “fare rete”, “fare sistema”. Una santa alleanza che porterà – col tempo – a far crescere l’Aeroporto di Capodichino anche grazie alla crescita del Costa d’Amalfi. Una sorta di gemellaggio obbligato che passa per le operazioni di dragaggio del porto di Napoli – infrastruttura strategica per lo sviluppo dell’Italia intera nella competizione globale – cui faranno seguito le stesse operazioni allo scalo salernitano, con l’obiettivo di potenziare le possibilità di approdo delle navi mercantili e da crociera più grandi. Al bando i masochistici provincialismi, dunque: Napoli-Salerno non è un derby, ma un incontro tra interessi comuni, per il bene di tutti. https://www.youtube.com/watch?v=E1ZlsUyRSxM

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