La Fiom Cgil è il sindacato da sempre più rappresentativo della vicenda Fonderie Pisano. In una nota traspare tutta la preoccupazione per la piega che l’epopea di Fratte sta prendendo. «Troviamo incomprensibili e allarmanti le posizioni e le dichiarazioni del Governatore e del Sindaco di Salerno», scrive la Fiom Cgil, ribadendo però «la necessità di salvaguardare salute e lavoro». Il sindacato rivendica di essersi mosso sempre in ogni «direzione possibile per rendere praticabile la costruzione di un nuovo impianto in altra area industriale. Questa posizione è stata portata avanti con determinazione da tutte le maestranze, anche nei momenti di massima esasperazione e nel dramma, purtroppo già noto, di un impianto chiuso e di assenza di futuro. Per questo non staremo in silenzio di fronte a dichiarazioni che hanno il sapore di campagna elettorale- attaccano Fiom e Cgil- perché da sempre sosteniamo l’indiscutibile necessità, non più rinviabile, della delocalizzazione della struttura produttiva, quale soluzione per tenere insieme lavoro e salute». «La CGIL e la FIOM- si legge ancora nella nota- hanno compulsato quotidianamente la proprietà e si sono attivate in prima persona con le Istituzioni per favorire ipotesi delocalizzative richiedendo il massimo impegno proprio alla Regione Campania». Ed invece, l’esito dell’incontro di ieri, a giudizio del sindacato, consuma una distanza di posizioni, perché «nessuno può pensare che il futuro del lavoro si garantisce con uno stabilimento chiuso. Gli ammortizzatori sono l’ultima spiaggia e funzionano solo quando le attività sono in piedi e non a cancelli chiusi». Fiom e Cgil ricordano di aver «già chiesto a dicembre un incontro chiarificatore in Regione», e si dicono pronte «con le maestranze ad ogni forma di mobilitazione per scongiurare la perdita di altri 100 posti di lavoro ed il rischio che un altro impianto industriale scompaia e, addirittura, trovi posto in un’altra Regione».
Fiom e Cgil attaccano sul caso delle Fonderie Pisano: «posizioni incomprensibili»
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