Legambiente, Campania ancora cuore dell’ecomafia nazionale

Redazione

La bella notizia è che diminuiscono gli illeciti ambientali, grazie ad una maggiore efficacia dell’azione investigativa e repressiva. La cattiva è che, nonostante tale calo, la Campania mantiene il primato negativo di ‘cuore’ dell’ecomafia nazionale. Questa la fotografia che viene fuori dal rapporto 2017 di Legambiente sui reati ambientali, che lo scorso anno in Campania sono stati 3.728: il 14,7% di quelli nazionali, con una media di 10 reati al giorno e 86 clan a gestire gli affari. «La diminuzione degli illeciti ambientali – commenta Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania – rappresenta un segno di speranza per un territorio violentato da decenni. La strada è ancora lunga e sono necessarie risposte concrete dalla politica, a partire dalla vergognosa storia del risanamento dei territori dove su circa 2000 siti contaminati nella Terra dei Fuochi per circa il 74% nessuna attività di bonifica è stata svolta, solo per 0,8% sono stati svolti o sono in corso gli interventi di bonifica. Siamo convinti che la Campania con le sue buone pratiche in campo imprenditoriale, civile e sociale è in grado assumere un ruolo da protagonista per il rilancio della nostra economia sotto il segno dell’efficienza, dell’innovazione e della sostenibilità». Sono in aumento i reati contestati nella gestione dei rifiuti, dove la Campania si conferma maglia nera a livello nazionale, nel 2016 sono stati 936 le infrazioni accertate con una crescita di quasi il 50% rispetto anno precedente. La classifica regionale vede la provincia di Napoli maglia nera, prima a livello nazionale, con 388 infrazioni, 559 persone tra denunciate e arrestate e 303 sequestri, seguita da Avellino. Terza la provincia di Salerno con 84 infrazioni e 76 persone denunciate e 36 sequestri. La Campania, purtroppo, detiene anche il primato per gli illeciti del mattone selvaggio con il 18% delle infrazioni su scala nazionale, con 764 reati accertati, 855 persone denunciate e 234 sequestri Nonostante le numerose ordinanze di demolizione di fabbricati, gli abbattimenti eseguiti sono pochi. Un quadro che rispecchia anche altre aree protette della Campania, come il Cilento, la Costiera amalfitana e la penisola sorrentina, i Monti Lattari, fino al caso limite dell’isola di Ischia. https://www.youtube.com/watch?v=75BQwZkv70w

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