Omicidio D’Onofrio, sotto esame i legami con Caracciolo e Franceschelli

Redazione

Si scava nella vita di Ciro D’Onofrio ucciso a colpi di pistola domenica sera, a Pastena, in viale Kennedy. Sotto analisi soprattutto il rapporto con Gennaro Caracciolo e Silvio Franceschelli, entrambi vittime di agguati a fuoco. Era il 12 aprile quando Caracciolo, detto il camoscio, ora in carcere, fu raggiunto da un proiettile alla gamba nei pressi della sua abitazione a Matierno. Stessa cosa avvenne dopo 48ore. L’8 dicembre 2016 era toccato, invece, a Franceschelli, sempre a Matierno, scampare ad un agguato. Il 22enne fu raggiunto da un colpo d’arma da fuoco. Il 31maggio, invece, tre colpi di pistola furono esplosi nei pressi del bar Susy, ancora una volta nel rione collinare di Salerno, dinanzi l’abitazione della famiglia di Ciro D’Onofrio. Circostanza che lascia pensare che il 35enne era da tempo nel mirino di chi, domenica sera, lo ha ammazzato. Con Caracciolo, D’Onofrio in passato aveva avuto legami per lo spaccio di droga. Da tempo, però, i due non erano più contatto. Dietro l’omicidio di domenica sera quasi certamente c’è un regolamento di conti per lo spaccio di droga. Questa, almeno, è la prima pista che seguono i poliziotti della Squadra Mobile, sena escludere, però, nessun’altra ipotesi. In mattinata il medico legale Giovanni Zotti, su incarico dei pm Katia Cardillo e Marco Colamonici ha svolto l’esame autoptico.

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