Un grande regista come Antonio Calenda e un grecista-traduttore del dramma antico, Giorgio Ieranò, insieme per un viaggio tra il mito e la scena alla scoperta del dio del teatro venerdì sera nel Parco Archeologico di Elea-Velia. Dai Viaggi di Ulisse scritti da Nicola Piovani con i disegni di Milo Manara al De Rerum Natura di Lucrezio tradotto da Roberto Herlitzka, alla Medea di Seneca con Micaela Esdra, all’Orfeo ed Euridice di Claudio Magris, al Dio che eternamente ritorna e si trasforma, continua la rassegna sulla espressione tragica e comica del teatro antico che quest’anno festeggia il ventennale, dedicando l’edizione a uno dei più importanti papirologi italiani del dopoguerra e raffinato studioso delle antichità classiche e bizantine, Marcello Gigante. Dioniso è per eccellenza il dio che ritorna: nel mito torna in Grecia da lunghi viaggi in Oriente, e torna nella sua città, Tebe, per punire chi non credeva nella sua natura divina. L’età moderna è costellata dai ritorni metaforici di Dioniso, momenti in cui la sua figura conosce nuove trasmigrazioni che riscopre il mito come linguaggio simbolico capace di esprimere pulsioni inconsce, archetipi narrativi, modelli antropologici fino alla cultura contemporanea nella sua capacità di incrinare le grandi polarità su cui si basa la lettura razionale del mondo, di oltrepassare ogni tipo di confine, di suggerire nuove forme di relazione. Il prossimo appuntamento di VeliaTeatro è in programma lunedì 14 agosto con Maccus in fabula, lezione-spettacolo sulla fabula atellana a cura di Salvatore Monda e Renato Raffaelli. https://www.youtube.com/watch?v=ptAsT-DrRoc
Veliateatro, viaggio alle origini di Dioniso
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