Giuristi e rappresentanti delle istituzioni a confronto con la finalità di approfondire e di discutere le performance della Pubblica Amministrazione quanto a efficienza e organizzazione, per riscrivere il delitto di abuso d’ufficio, che rappresenta una norma-cardine del settore dei reati contro la Pubblica Amministrazione, ma che risulta nei fatti molto limitativa del campo d’azione e dei risultati che gli enti pubblici possono ottenere. Nel corso dei lavori vengono esposti i risultati della ricerca condotta dalla squadra guidata dal professore Andrea Castaldo, ordinario di diritto penale all’Università di Salerno, con l’obiettivo di valutare le risposte offerte dagli altri Paesi e di articolare una proposta di legge modificativa dell’attuale art. 323 c.p. Mattatore dell’evento mattutino al campus di Fisciano, moderato dal procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, è manco a dirlo Vincenzo De Luca, che tuona: «L’Italia è un Paese che ha 200mila leggi, decine di migliaia di regolamenti di attuazione, decine di migliaia di altre regole applicative delle leggi approvate». E rivolgendosi al pubblico presente, per lo più da studenti e addetti ai lavori, il presidente della Regione dice: «mettetevi nei panni di un dirigente di un ufficio appalti di un Ente pubblico e cercate di capire come sia possibile muoversi in questo ginepraio, nel quale il reato di abuso d’ufficio diventa uno di quelli che io chiamo inevitabili». «Credo che sia matura una modifica radicale di una normativa che davvero sta paralizzando la pubblica amministrazione nel nostro Paese»- chiosa De Luca. «L’obiettivo deve essere quello di cacciare dalla pubblica amministrazione, e più in generale dalla vita pubblica, i ladri, i corrotti e i corruttori, mal a Legge attualmente in vigore raggiunge l’obiettivo opposto, cioè crea una condizione di paura e di incertezza per i funzionari pubblici che devono decidere». https://www.youtube.com/watch?v=Nj9oT0Z5Nis
Riscrivere il reato di abuso d’ufficio: se ne parla al campus di UniSa
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