Dopo l’ex caposala condannata a sei mesi (pena sospesa) e già sanzionata dall’AOU con il licenziamento, ieri, nel procedimento sull’assenteismo al Ruggi d’Aragona, è arrivata anche la prima condanna per la seconda tranche dell’inchiesta, quella per le quali sono stati disposti nelle scorse settimane quasi duecento rinvii a giudizio. Di questa nuova tornata di imputati solo uno, aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Per lui il giudice dell’udienza preliminare Indinnimeo ha disposto una pena sospesa di quattro mesi, due in meno di quanto era stato chiesto dal pubblico ministero Rotondo. Il dipendente ospedaliero era accusato di concorso nella violazione della legge sul pubblico impiego, perché le indagini hanno ricostruito che in due casi avrebbe timbrato il cartellino al posto dei colleghi. «Solo un piacere, nessuna frode» ha sostenuto il difensore dell’uomo che impugnerà la sentenza in Appello e ha ricordato come a carico del suo assistito non vi siano accuse di assenteismo. Non risulta, infatti, quella reciprocità di comportamenti rilevata in altri casi: il dipendente si sarebbe limitato a timbrare per i colleghi ma non avrebbe chiesto a loro di fare altrettanto. Restano adesso altri 198 per i quali, tra giugno e ottobre, inizierà il dibattimento davanti al tribunale. Rinviati a giudizio al termine delle udienze preliminari che si sono svolte a marzo e aprile, sono accusati di truffa ai danni dello Stato (per le quote di stipendio che alcuni avrebbero percepito per ore in cui erano assenti) e di violazione della legge Brunetta sul pubblico impiego, per essersi scambiati i badge. Ma secondo le tesi difensive si tratterebbe solo di piccoli ritardi, o di una prassi adottata per accelerare i tempi nei giorni in cui era complicato trovare parcheggio.
Assenteisti al Ruggi, la seconda condanna
99
articolo precedente