Traffico di migranti, coinvolta una donna somala già arrestata dalla Polizia di Salerno

Redazione

Mohammed Shacni, 35anni, è ristretta nel carcere di Salerno dallo scorso novembre, arrestata dalla Squadra Mobile con altri 12 stranieri, con l’accusa di traffico di migranti. Stessa accusa che muove ora contro di lei la Polizia di Bari. L’inchiesta conclusa all’alba dalla Dda di Bari, si intreccia con quella condotta dai colleghi della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno. E’ la primavera del 2015, quando al porto di Salerno sulla Chimera, nave della marina mercantile, sbarcano 545 somali, salvati al largo del Mediterraneo. I primi accertamenti, come da protocollo di sicurezza, vengono svolti prima della sbarco. Quelli successivi, invece, nei centri di accoglienza della provincia e portano alla luce i trattamenti disumani subiti da alcuni di loro, lasciati giorni senza acqua, cibo e medicinali, nonostante affetti da scabbia e febbre alta. Agli investigatori non sfugge che alcuni migranti sono in possesso di numeri di utenze telefoniche, anche estere, da chiamare secondo le istruzioni ricevute all’imbarco dalle coste libiche. Viene fuori un’organizzazione transnazionale che cura ogni dettaglio per i viaggi della disperazione, un business con ricavi superiori anche ai 150 mila euro al mese, con sede operativa a Sicignano degli Alburni, in uno dei centri di accoglienza dove vengono trasferiti i migranti somali sbarcati a Salerno. Al vertice dell’organizzazione vi era anche Mohammed Shacni, ora coinvolta nell’inchiesta dalla procura di Bari e raggiunta da un’altra misura restrittiva. Scoperti dalla Polizia di Bari i canali illegali per il trasferimento di denaro usati dai trafficanti per prendere soldi dalle famiglie dei migranti somali, quale prezzo per l’organizzazione dei viaggi.

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