Fonderie Pisano: ennesimo sequestro materiali ferrosi “impuri”

Redazione

La notizia dell’ennesimo sequestro all’interno delle Fonderie Pisano casca come una mannaia sul difficile tentativo che sta facendo l’azienda di risalire la china, di recuperare commesse e di rincorrere il mercato, dopo i sigilli che da un anno a questa parte- a fasi alterne- ne hanno messo fortemente in discussione la sopravvivenza. Quello che i tecnici Arpac avrebbero scoperto durante controlli di routine, segnalandolo ai Carabinieri del Noe e alla magistratura, per certi versi inquieta, perché se fosse tutto confermato allora saremmo di fronte ad un ricorso storico: non sarebbe la prima volta, infatti, che nei pressi dell’altoforno dei Pisano si ritrovano materiali ferrosi compromessi, impuri, oleosi e per questo pericolosi. Il Comitato Salute e Vita scrive al Comune di Salerno e alla regione Campania per chiedere l’immediata chiusura delle fabbrica ed il suo spostamento. Proviamo a chiedere anche al sindacato notizie sulla delocalizzazione ma la risposta è laconica: nessuna novità di rilievo, quasi un silenzio tanto assoluto quanto assordante da parte della proprietà . I Pisano, almeno ufficialmente, non comunicano eventuali passi in avanti nelle trattative per l’acquisizione dei suoli. Gli interlocutori istituzionali, al pari dei privati, appaiono fermi. D’altronde, il compito della pubblica amministrazione sarebbe quello di semplificare il percorso burocratico per spostare la fabbrica da Fratte, per reperire fondi a sostegno dell’investimento dei Pisano ma anche per informare i territori e le comunità di destinazione degli impianti sul reale impatto ambientale della nuova fonderia. Un compito giocoforza successivo alla volontà degli imprenditori privati di fare la delocalizzazione e di attivare l’investimento. Ma fino ad ora, di tutto questo, lettera morta. https://www.youtube.com/watch?v=wRKmiPzsA28

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