Quella compiuta da Massimo Coda è una scelta professionale. Condivisibile o no, ad un giocatore che a novembre compirà 30 anni si è ripresentata la possibilità di giocare nuovamente in Serie A, dopo l’esperienza di Parma (frenata da un infortunio grave ad un ginocchio e dal fallimento imminente dei ducali). E il bomber metelliano, che avrà anche modo di non allontanarsi troppo da casa, non se l’è lasciata scappare. Per concretizzare il sogno di Coda di tornare a cimentarsi in massima serie, serviva una società disposta a mettere sul piatto solo soldi, quelli che chiedevano Lotito e Mezzaroma (che valutavano il bomber tra i 2 e i 3 milioni di euro), e l’entourage del calciatore ha trovato anche quella. Il Benevento, che inizialmente aveva provato ad inserire nell’affare diverse contropartite (da Cissè a De Falco), ha accettato le condizioni, ottenendo un piccolo sconto (alla fine il prezzo concordato da Vigorito con i proprietari del club granata è leggermente inferiore ai 2 milioni di euro). Alla fine, contenti tutti: il Benevento, che ha messo a disposizione di Baroni un centravanti che sa rendersi utile nella fase di costruzione della manovra (più di Ceravolo), oltre che in quella di finalizzazione; la Salernitana, che con questi soldi non solo ripianerà la perdita, ma creerà plusvalenza di bilancio (visto che Coda era stato ingaggiato due anni fa a parametro zero dopo lo svincolo d’ufficio dal Parma); e naturalmente il calciatore, che dopo aver segnato 33 gol in due anni, ha dimostrato di meritare una nuova opportunità di confrontarsi col campionato più bello e difficile del mondo (strappando probabilmente l’ultimo contratto importante della sua carriera, quadriennale fino al 2021 a cifre più alte di quelle percepite a Salerno). I giocatori passano, la Salernitana resta e i tifosi (il cui parere non è stato di certo chiesto prima di ratificare questa operazione) si augurano quantomeno che Coda venga sostituito in maniera adeguata.
Coda al Benevento, la Salernitana ripiana le perdite e crea plusvalenza
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