Il blitz di ieri che ha portato al sequestro dei beni del noto imprenditore 51enne di Nocera Inferiore, che opera nel settore della logistica ha interessato varie province italiane da quella di Salerno, passando per quelle di Reggio Emilia, Bari, Napoli e Mantova. Nell'ambito della maxi operazione della Direzione centrale anticrimine della Polizia di stato e della Squadra Mobile di Salerno, i sigilli sono scattati oltre che per i 1500 autoarticolati e 11 società, anche per 100 fabbricati, terreni, tre ville di lusso e nove appartamenti, oltre che a un'imbarcazione da diporto e una ferrari. Sulla base delle indagini coordinate dalla procura salernitana è stato possibile mettere in atto la misura di prevenzione del sequestro di beni per oltre 200 milioni di euro.
Il sistema messo in atto dall'imprenditore gli consentiva, attraverso il costante mancato pagamento dei tributi, di finanziare le società in attivo del gruppo, in grado di offrire i servizi di logistica e trasporto anche dei rifiuti a prezzi estremamente concorrenziali. Successivamente avrebbe, poi costituito più società da avviare al dissesto, cosiddette "bad company" su cui scaricare i debiti derivanti del mancato pagamento delle imposte delle aziende in attivo del suo gruppo. Le bad company sarebbero state svuotate mutando la ragione sociale, spostandone la sede, cedendo quote societarie, a ridosso delle procedure di liquidazione, a diversi prestanome, specie congiunti. Si trattava di prestanome con redditi minimi, ma che in realtà movimentavano ingenti capitali.