Alfredo Greco è sempre stato un giudice senza corrente, anzi controcorrente. 39 anni di servizio in magistratura e brillanti risultati ottenuti come sostituto antimafia e nel quindicennio alla guida della Procura di Vallo della Lucania non gli sono bastati per ottenere un incarico di vertice a Benevento, a Salerno o, da ultimo, a Nocera Inferiore. Per ben tre volte il Csm ha respinto le sue domande preferendogli altri colleghi. Per Greco, sarebbe la diretta conseguenza del non appartenere a questa o a quella corrente dell’Associazione nazionale magistrati. E’ per questo che attualmente si trova in aspettativa, meditando a lungo nella sua casa salernitana la possibilità di lasciare la magistratura. L’ipotesi, affacciatasi in un lancio d’agenzia ieri pomeriggio, è stata ripresa insieme alle dichiarazioni del giudice da tutti i quotidiani in edicola oggi e rendono conto dell’amarezza di chi sente venir meno le condizioni per esprimere fino in fondo il proprio impegno al servizio dello Stato. «Sto valutando la possibilità di lasciare- ha detto Greco- ma si tratta di una decisione molto sofferta». Sostituito alla guida della Procura vallese lo scorso anno dall’attuale procuratore Giancarlo Grippo, dopo quindici anni, Greco preferirebbe dismettere la toga, piuttosto che seguire le correnti che lottizzano le nomine.
Greco, giudice controcorrente
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