Se gli attuali disegni di legge in materia di intercettazioni, riforma del processo penale e processo-breve venissero approvati secondo Antonio Ingoia, procuratore aggiunto della Repubblica a Palermo, si rischierete la fine dello Stato di diritto. Il magistrato palermitano, impegnato in prima linea nella battaglia contro la criminalità organizzata nel suo libro “C’era una volta l’intercettazione. La Giustizia e le bufale della politica” racconta del rischio, sentito in veste di magistrato, di vedersi privato di uno strumento di investigazione che ha garantito tanti successi in questi anni, e dell’ esigenza, avvertita in qualità di cittadino, che vede a rischio la possibilità di perseguire il crimine e garantire sicurezza al territorio. Il pm palermitano, sul tema delle intercettazioni, nel testo, sottolinea che la legislazione italiana è una delle più garantiste in materia di privacy. Il libro spiega le conseguenze che potrebbero derivare dalla riforma Alfano-Ghedini e propone le prospettive per una vera riforma Il Disegno di legge che attende di essere approvato pone limiti alle intercettazioni. Limitazioni che secondo il pm avrebbero un effetto dannoso sulle investigazioni riguardanti la criminalità organizzata poichè molte indagini di mafia nascono in realtà da reati ordinari.
Il pm Ingroia spiega la riforma Alfano-Ghedini
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