L’occhio indiscreto della videosorveglianza piomba sulle città, ma da qui a parlare di reality show ce ne passa. Per alcuni, quelle telecamere sono impiccione e rischiano di minare la privacy dei cittadini, come sostiene il 31enne veneziano – naturalmente anonimo – autore di un progetto volto al contrasto del proliferare delle telecamere in questione. Si tratta, in pratica, di una mappa inserita sul web delle videocamere di sorveglianza sparse per le città italiane. Tutti possono prendere parte al progetto, segnalando al sito le videocamere che riescono ad individuare, e lo hanno già fatto a Venezia, Foggia, Padova, Urbino, Pisa e Solero, in provincia di Alessandria. Al momento, sono state catalogati 510 obiettivi; lo scopo è chiedere al Garante della privacy di limitare il fenomeno della video-sorveglianza, anche perché in diversi casi non verrebbero rispettate le attuali leggi, soprattutto laddove nelle vicinanza delle telecamere non ci sono cartelli per avvisare i passanti. Il progetto Anopticon, in definitiva, nasce per controllare il controllore. Resta il fatto che la privacy ridotta può essere un costo da pagare per un servizio importante per presenza costante e immediatezza nel campo della sicurezza pubblica.
Tra sicurezza e privacy
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