Massimiliano Randino, dalle nozze della sorella alla morte a Kabul

Redazione

Erano da poco passate le due, ieri pomeriggio, quando a poche ore dall’esplosione di Kabul il dolore è deflagrato in un appartamento di via Pucciani 3, a Nocera Superiore. In quell’istante anche l’ultima delle sei madri dei militari caduti nell’attentato kamikaze avvenuto qualche ora prima in una delle strade più trafficate della capitale afghana, Anna D’Amato Randino, ha smesso di sperare. “Mio figlio è un eroe. E’ morto facendo il proprio dovere”. Così la donna, pur spezzata dal dolore, si è rivolta al colonnello dell’Esercito Carmine Piscitelli, che è andato a farle visita ufficializzando la ferale notizia. Suo figlio Massimiliano, caporal maggiore scelto, aveva alle spalle già 10 anni di servizio ed era alla terza missione in Afghanistan. Nato a Pagani 32 anni fa, dal 31 gennaio scorso effettivo al 183esimo battaglione Nembo di Pistoia, Randino era rientrato proprio ieri da una dozzina di giorni trascorsi in licenza in Italia per partecipare al matrimonio della sorella Angela. “Non essere triste – aveva detto alla madre partendo qualche giorno prima del previsto (sarebbe dovuto rientrare il 20) – Sono contento di partire prima. Lì hanno bisogno di me”. Era convinto di quello che faceva, del suo lavoro, testimoniano i vicini e gli amici di famiglia che mestamente vanno a portare le loro condoglianze ai genitori ed al fratello piccolo Roberto, nella casa di Nocera Superiore. Randino, risiedeva da alcuni anni a Sesto Fiorentino insieme alla moglie Pasqualina Scarica, sposata ad Angri 5 anni fa. “Voglio morire”, ha detto la donna disperata a chi le ha portato la notizia… mentre la casa le si riempiva di persone, messaggi, abbracci…

Leggi anche

Adblock Detected

Please support us by disabling your AdBlocker extension from your browsers for our website.