Nelle prime ore di questa mattina è stato arrestato in provincia di Salerno il trentaquattrenne romano Massimo Papini: l’accusa è partecipazione alla banda armata Brigate Rosse per il Partito Comunista Combattente. Papini era già emerso nelle indagini della Digos che hanno disarticolato il nucleo Br-Pcc di Nadia Desdemona Lioce e di Mario Galesi (condannati per i delitti D’Antona e Biagi e per la sparatoria sul treno che costò la vita ad un controllore della Polfer), perché legato a Diana Blefari Melazzi, la brigatista arrestata dopo la scoperta del covo-deposito di via Montecuccoli a Roma e già condannata per l’omicidio Biagi. I poliziotti delle sezioni Antiterrorismo-Digos di Roma e Bologna, in collaborazione con la Digos di Salerno, hanno arrestato Papini che lavora come attrezzista al cinema a castellabate, nel Cilento dove si trovava per motivi professionali. A suo carico, nelle indagini della Digos di Roma, coordinate dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti, responsabile del Pool Antiterrorsimo, e dal sostituto procuratore Erminio Amelio, sono emersi vari elementi, tra cui una serie di comunicazioni con la brigatista Diana Blefari attraverso l’uso di schede telefoniche prepagate in maniera ‘dedicata’, ovvero effettuando chiamate dirette a un solo interlocutore per evitare che si potesse risalire all’autore delle chiamate. Una modalità spiegano gli inquirenti, tipica dei brigatisti. Papini è stato trovato in possesso di programmi di criptazione per computer simili a quelli usati da altri appartenenti alle Br-Pcc. Attraverso i tabulati telefonici sono poi stati ricostruiti una serie di spostamenti dai quali è emerso il contatto con la Blefari in occasione di attività cosiddette di Organizzazione.
Br, arrestato Massimo Papini a Castellabate
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