“C’è nessuno? C’è nessuno? Gente gente”. Racconto storie. Venite…racconto storie. Gente! E così, ancor prima che mille racconti venissero messi per iscritto, noi li abbiamo imparati a memoria e ce li siamo tramandati a voce. E da qui sono passati alla Persia, all’Egitto, all’Andalusia e poi in Sicilia, finché li ha ascoltati e imparati tutto il Mediterraneo. Inizia così “Polvere di Baghdad” lo spettacolo che sta andando in scena al Teatro Verdi con Massimo Ranieri e l’etoile Eleonora Abbagnato e la regia di Maurizio Scaparro. La pièce è liberamente ispirata alla “Mille e una notte” e si avvale dei testi di Massimo Nava, giornalista, che è stato a lungo corrispondente da Bagdad. Scaparro ha chiamato anche il grande poeta libanese Adonis a contribuire con la sua vis poetica all’opera. Massimo Ranieri è un Sindbad che dal passato torna nella Baghdad martoriata di oggi. Una naturale commistione di parola, musica, danza, caratterizza l’opera: tutti gli attori, danzatori e musicisti presenti provengono tutti dal bacino del Mediterraneo. Tra di loro spicca la presenza di Eleonora Abbagnato, la prima ballerina dell’Opèra di Parigi che, con Adriana Borriello, coreografa dello spettacolo, ha voluto affrontare una particolare sfida artistica legata ai nuovi linguaggi della danza contemporanea. Nel cast anche Tadayon Pejman, prestigioso suonatore persiano di oud e setar.
La polvere di Bagdad al Verdi
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