Lunedì scorso, primo appuntamento con la nuova Salernitana targata Brini allo stadio Dirceu di Eboli. Clima quasi surreale, con nemmeno cento tiepidi tifosi sugli spalti e due contestatori due a chiedere acquisti a gran voce. La stagione si apre così, tra sussurri e grida, vertenze e veleni e le solite considerazioni da calcio sotto all’ombrellone: cosa manca a questa squadra? Chi dice un attaccante e chi un uomo di fascia, chi dice 3 elementi, chi dice 5… L’impressione, piuttosto, è che a questa Salernitana manchi l’entusiasmo popolare, una scintilla che non è ancora scoccata tra la squadra e la tifoseria. La campagna abbonamenti procede a rilento come la prevendita per la prima uscita ufficiale di sabato; riflettendo, forse si paga un po’ il conto alla Dea Bendata che al cospetto dei granata ha chiuso entrambi gli occhi, togliendole in un sol colpo entrambi gli idoli: Cozza e Merino, cioè i classici giocatori capaci di infiammare le folle con morbidi tocchi e mirabili colpi. Gli spalti sono poltrone di una sala d’attesa: i tifosi aspettano. Qualche rinforzo, il ritorno dei fantastici due, forse la prima prova davvero convincente oltre che vincente. Ma la stagione agonistica non aspetta: fra tre giorni si fa già sul serio: sarebbe forse il caso di partire uniti e compatti, perché il buongiorno si vede dal mattino.
Cosa manca? L’entusiasmo
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